Maurizio Pratelli

Maurizio Pratelli Vini e vinili - 45 giri di bianco


Con prefazione di Steve Wynn Musica | Narrativa

17/12/2016 di Laura Bianchi
Quarantacinque giri, quarantacinque canzoni, quarantacinque vini bianchi. Quarantacinque buone ragioni per avvicinarsi di nuovo al fratello minore dello storico elleppì, o 33 giri che dir si voglia, il 45 giri, un tempo oggetto del desiderio di adolescenti cresciuti con il totem del juke box, ipnotico, con quel braccio meccanico che prelevava il 45 giri prescelto, per porlo sul piatto e regalare tre minuti o poco più di pura gioia.

Tre minuti o più, il tempo di un sorso di vino, da assaporare, centellinandolo con cura e attenzione, dopo averlo scelto fra una lista di produttori rigorosamente genuini, autentici, piccoli, ma vivaci, dinamici, anzi, spesso biodinamici, che creano vini senza solfiti, senza additivi, per proporre bianchi che non fanno venire il mal di testa, e che lasciano invece in bocca e nel ricordo una piacevole sensazione di appagamento.

Tre minuti o più, il tempo di gustare Billy Bragg o i Beatles, gli Stones o Bowie, ma anche di lasciarsi sorprendere da The Zombies o dai New Order, in una lista che Maurizio Pratelli ha lasciato compilare a Chiara Meattelli, giornalista di stanza a Brixton da quattordici anni, permettendole di raccontare e raccontarsi attraverso le canzoni, e riservandosi il ruolo di sommelier, per abbinare il vino giusto ai brani prescelti.

Nasce così Vini e vinili - 45 giri di bianco, il seguito del fortunato libro dedicato ai 33 giri e al vino rosso; un excursus anomalo, intrigante e mosso nell'enorock, che stavolta ha il segno del brit rock, eccentrico, creativo e sfrontato, in qualunque epoca lo si declini. Da The Tornados fino a Michael Kiwanuka, dai profondi anni Sessanta al 2016, passando per la new wave e il folk, non è solo la musica britannica che viene degustata; è Londra stessa che emerge prepotente dalle pagine, con il suo bouquet inconfondibile, fatto di note aspre e dolci insieme, di toni accesi e atmosfere nebbiose, il tutto legato insieme dalla fantasia ricchissima di cui è composta la sua gente.

I ricordi autobiografico - musicali di Meattelli si intrecciano con quelli enologico - itineranti di Pratelli, e regalano una lettura piacevole, ricca di spunti e di suggerimenti di buon gusto; e per gusto si intenda sia quello che coinvolge il palato, sia quello che ha nell'orecchio l'organo principe. Perché non importa quanti siano i giri, 33 o 45; l'importante è che l'ascolto, e la relativa degustazione, siano di qualità, a garanzia di scelte accurate e appassionate.

 


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