Maria Del Carmen Molino Barrea

Maria Del Carmen Molino Barrea Giardino e rizoma. Il giardino rinascimentale come cartografia nomade, da Ficino a Deleuze


Graphe.it, 2024, traduzione di Chiara Giordano Saggi | Scienze

01/06/2024 di Roberto Codini
Oltre il giardino: i giardini rinascimentali come microcosmi filosofici

“lI senso ultimo di questo saggio si applica a un ambito d’analisi circoscritto. Più concretamente, si limita al tentativo di tracciare una lettura filosofica contemporanea dei giardini del Rinascimento fiorentino, ovvero all’appassionante avventura d’interpretare in chiave estetico-ontologica i verzieri delle ville medicee. È per questo che il giardino diventa il vero protagonista di questo libro, e mi riferisco in particolar modo al giardino toscano, che nasce e trova alimento nelle teorie dell’Accademia neoplatonica.
Nonostante siano profondamente immersi nella corrente neoplatonica, sono infatti convinta che i giardini rinascimentali ammettano un approccio alternativo: quello cioè delle cartografie deleuzo-guattariane, il che significa che si prestano a essere interpretati come carte del desiderio inconscio e dispositivi di produzione della soggettività. Il presente lavoro, dunque, prende in considerazione i giardini all’italiana come un ambito di studio da affrontare in un’ottica originale e finora inesplorata”. (nota di Maria Del Carmen Molino Barrea, autrice del saggio Giardino e rizoma. Il giardino rinascimentale come cartografia nomade,  da Ficino a Deleuze).

Che cosa è il rizoma? Fusto perenne, prostrato e per lo più sotterraneo, proprio delle piante erbacee di climi con netta stagionalità, ha un aspetto che ricorda quello della radice, dalla quale però si distingue perché reca foglie ed è diviso in internodi, le foglie sono normali (o ridotte a squame non verdi, poco ampie e di consistenza varia, da coriacea a membranacea. Spesso i rizomi funzionano come organi di riserva e sono quindi tuberizzati. Essi sono orizzontali, ma non mancano quelli inclinati e persino verticali.

Maria del Carmen Molino Barrea utilizza il rizoma come metafora del sapere filosofico. Nel suo bellissimo saggio, che piacerà ai filosofi, ma anche ai botanici e a quelli che amano il giardinaggio e la natura, ci parla di sogni, trasformazioni e viaggi dell’anima. Il periodo è il Rinascimento: i giardini rinascimentali sono microcosmi filosofici utili capire chi siamo, e il saggio di Molino Barrea è un viaggio filosofico e psicanalitico alla scoperta di se stessi.

Nel Rinascimento fiorentino, spiega l’autrice, il giardino si è fatto modello del mondo e alla mappa cinquecentesca sovrappone un filtro, quello delle cartografie di Gilles Deleuze e Félix Guattari, che si rivela sorprendentemente compatibile, pur se spesso di segno opposto: il rizoma è contrapposto all’albero. I giardini di Marsilio Ficino «si prestano a essere interpretati come carte del desiderio inconscio e dispositivi di produzione della soggettività».

Il lettore viene condotto in un viaggio interiore nel quale può perdersi, ma anche confrontare posizioni apparentemente distanti, ma convergenti sull’obiettivo comune: la ricerca di se stessi e la scoperta dell’essenza delle cose.
Mai come ora Platone e i neo-platonici sono stati attuali: altro che mito della caverna, qui c’è il mito del giardino.