Laura Buffoni Un giorno ti dirò tutto
Harper and Collins Editore, 2024, 256 pagine, 17,50 euro Narrativa Italiana | Romanzo
23/02/2024 di Roberto Codini
Trovare se stessi nella periferia romana
“Divieni ciò che sei”
(Pindaro)
Laura ha sei anni, quando i suoi genitori decidono di trasferissi da Corso Francia, quartiere di Roma Nord, al Laurentino 38, quartiere residenziale dell’estrema periferia romana, che rappresenta un esperimento presto fallito di edilizia popolare a Sud della Capitale, uno dei luoghi più malfamati, ma nel quale i figli devono stare per essere a contatto con la “vita vera” e non “crescere nella bambagia”. Questo era il loro “dogma”.
Il Laurentino 38 era stato progettato per diventare il simbolo dell’edilizia popolare degli anni Settanta: “una città per la gente, microcosmo funzionale e autosufficiente con appartamenti piccoli e tutti uguali, anonimi ma dignitosi, all’interno di grandi torri e palazzotti cilindrici collegati da ponti per ospitare negozi e luoghi di aggregazione”.
La “vita vera” nel nuovo quartiere è pronta ad accoglierli, tra eroinomani e ragazzini bulli che provano a bruciarti la faccia con la fiamma di una candela, mentre cerchi di mimetizzarti vantando insieme agli altri “Un due tre, viva Pinochet!”
Per essere accettati nella nuova difficile realtà, bisognava fingere di essere quello che non si era.
Solo molti anni dopo, grazie ad un documentario, Laura scoprirà che fine hanno fatto i persecutori che l'avevano terrorizzata, e potrà così ricominciare a vivere, ricostruire la storia sua e della sua famiglia con una nuova consapevolezza, ma sempre con la paura che anche oggi, che anche lei ha una figlia, possano tornare gli incubi del passato e qualcuno la cerchi ancora per fargliela pagare.
Un giorno ti dirò tutto, il romanzo di esordio di Laura Buffoni, è davvero molto bello, sincero ed emozionante, che consente di annoverarla tra gli autori capaci di trasformare i traumi della vita vera in letteratura, ed è al tempo stesso una operazione terapeutica, che consente di “diventare ciò che si è” e di scoprire se stessi attraverso un trasloco che è prima di tutto un trasloco dell’anima, in cui i luoghi non contano, ma servono a crescere (quando abitava a Roma Nord, Laura aveva freddo e soffriva di tonsillite) e a comprendere che anche gli sbagli, se non soprattutto quelli, aiutano a vivere.
“Le dirò che che la felicità non è un diritto ma che è un diritto di tutti cercarla sempre, in questo strano posto dove siamo capitati per caso, per un terrificante, meraviglioso errore del cosmo.
Un giorno ti dirò tutto coniuga pagine drammatiche e scene esilaranti, realismo e situazioni surreali, è un romanzo di amore, dolore e speranza.
Il passaggio dal “centro” alla periferia della Capitale è un viaggio nel cosmo e nei labirinti dell’anima e il racconto che Buffoni ci regala è solo apparentemente pessimistico, ma è in realtà gioioso, in grado di dare a ognuno di noi la speranza di imparare dai propri fallimenti e di crescere con i propri errori.
Una grande scrittrice parte sempre da qui. E questo romanzo potrebbe diventare un bel film. Forse lo diventerà, e allora varrà la pena sedersi in sala per apprezzarlo ed amarlo come abbiamo amato il libro.
Un giorno, forse, sapremo tutto.