Javier Marias

Javier Marias Tomás Nevinson


Einaudi, 2022, 600 pp., 22 euro Letteratura Straniera | Romanzo

18/03/2023 di Silvano Rubino
Chiudo l‘ultima pagina dell’ultimo libro di Javier Marías Tomás Nevinson, con quella consueta sensazione di distacco vagamente doloroso che si prova ogni volta che si finisce un romanzo che ci piace (che si cerca di finire in fretta per sapere come va a finire, ma poi, quando è finito, se ne sente la mancanza), con un supplemento di distacco e di dolore in più.

Questo è davvero l’ultimo di Marías, non ce ne saranno altri. Anche lui ucciso da quelle maledette sigarette che tante volte compaiono nelle sue pagine. Chissà che digressione etica avrebbe potuto imbastire sopra questo argomento (una vita più lunga senza le amate sigarette sarebbe stata altrettanto desiderabile?).

Anche Tomás, il protagonista, è un fumatore accanito. Ma soprattutto, Tomás è una spia, al servizio di Sua Maestà, è il marito sfuggente della Berta Isla protagonista del romanzo precedente. In quest'ultimo, al centro c'erano i dilemmi di una donna che, a un certo momento, scopre di non sapere nulla di gran parte della vita del marito che tanto ha creduto di amare. Qui, invece, al centro c'è un Tomàs che ha già dovuto rinunciare a Berta e che ritorna in servizio per i servizi britannici per un'ultima missione. Nevinson è un personaggio complesso e ambiguo, che si trova a dover fronteggiare i dilemmi morali che questa sua "professione" comporta.

Il romanzo esplora la natura dell'identità e dell'etica, mettendo in luce la difficoltà di distinguere tra verità e finzione in un mondo in cui tutti non sono davvero quel che dicono di essere. Nevinson si trova costantemente a dover fare scelte difficili e a confrontarsi con le conseguenze dei suoi atti. Forse in maniera più dirompente e drammatica, in quanto spia. Ma esattamente come capita a tutti, tutti i giorni, nella nostra vita.

Non ci sarà un nuovo romanzo di questo autore che mi ha accompagnato per tanti anni, narratore impagabile, impegnativo, certo, come è impegnativo chiunque ti costringa a riflettere, a confrontarti con i dilemmi etici, a sezionare l‘animo umano, a usare le parole, la loro inestinguibile potenza, per illuminare a ogni pagina pezzi di verità.

Questa forse è la letteratura. Qualcosa di più e di diverso dalla narrativa. Magari mi sbaglierò, ma Marìas (insieme a pochi altri) sarà studiato in futuro come un classico. E ho l’impressione che questi due ultimi suoi libri (Berta Isla Tomás Nevinson), non proprio uno il seguito dell’altro, ma così connessi da essere quasi un libro solo, saranno tra i più ricordati e citati.

E comunque: odio le sigarette.


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