Giorgio Tettamanti

Giorgio Tettamanti La poetica della cosa. Cinque poeti tra Lombardia e Svizzera. Un viaggio tra italiano, latino e dialetto


New Press Editore, 2023, 196 pagine, 14 euro Saggi | Poesie | Letteratura

16/02/2024 di Laura Bianchi
Nel 1952, Luciano Anceschi segnò una Linea lombarda, e delimitò l'orientamento poetico dell'ispirazione di autori settentrionali, attraverso sia un'antologia, sia la sua prefazione, che media nel binomio "oggetto e simbolo" la linea analogica ungarettiana con la poetica di Montale, e affiancando a Vittorio Sereni cinque voci lombarde di diversa importanza, allora esordienti, nate intorno agli anni Venti: Roberto Rebora, Giorgio Orelli (ticinese), Nelo Risi, Renzo Modesti, Luciano Erba. Ciò che rende epocale Linea Lombarda è il rapporto instaurato tra poesia e realtà.

Anceschi era consapevole che, in questa linea, occorreva individuare soggetti che possono essere riuniti sotto un'unica definizione, senza che questi abbiano lo stesso valore; sulla stessa posizione, settant'anni dopo, si colloca anche il docente e critico comasco Giorgio Tettamanti, con il suo ultimo saggio, sospeso tra poesia e filosofia, dal titolo suggestivo La poetica della cosa. Cinque poeti tra Lombardia e Svizzera. Un viaggio tra italiano, latino e dialetto.

La passione di Tettamanti per il mondo classico (è stato a lungo docente di lettere antiche nei licei classici) e per l'insegnamento lo spinge alla costruzione di un percorso molto eclettico, composito, innervato di riflessioni anche filosofiche - altro ambito di cui egli si è occupato - che coinvolgono il lettore in un viaggio affascinante tra le parole. Non importa l'origine della parola poetica, sembra dire l'autore; che sia in italiano, latino, come nel caso di Padre G.B.Pigato, ticinese (come Orelli) o dialetto lombardo, occorre riportarla al centro dell'attenzione, e questo processo è attuato nella disamina, che coglie cinque scrittori molto diversi tra loro: Davide Bernasconi (alias Van De Sfroos), Laura Garavaglia, Giorgio Orelli, Giovanni Battista Pigato, Fabio Pusterla.

E, per chi si stupisce della presenza di un cantautore come Davide Van De Sfroos tra poeti laureati (con buona pace di Montale...), si potrebbero leggere le pagine che Tettamanti gli dedica, che contengono versi appositamente scelti da lui, senza coinvolgere Bernasconi, per dimostrare che l'uso del dialetto del lago di Como, o della lingua italiana, deve essere scelto a seconda delle situazioni, per mettersi al servizio di quanto lo scrittore desidera comunicare. L'autore sceglie alcuni tra i testi più interessanti del canzoniere del musicista, inserendo alcune note dell'autore, un'analisi del testo davvero illuminante, e raccontando aspetti inediti della sua vita e del suo carattere.

Una sola donna è presente nella trattazione: è la comasca Laura Garavaglia, autrice di numerose sillogi, e profonda indagatrice dei rapporti tra scienza e poesia, che, nel suo contributo, parla di poetry therapy, che "agisce sulla coscienza di ogni persona". Questo ci pare essere il fil rouge che lega i cinque poeti presi in esame, i quali, ognuno a modo loro, indagano l'animo umano, il desiderio di bellezza e di pace, il ripudio di ogni guerra, per ridare valore e forza a una "cosa", la realtà, nascosta nel fondo di ogni evento. Bene ha fatto Tettamanti a dare loro evidenza e coerenza.

 

Giorgio Tettamanti si diploma al Liceo Classico Gallio dei Padri Somaschi di Como. Si laurea in Lettere antiche a Pavia, con Mario Vegetti. Ha insegnato dal 1979 Italiano, Greco e Latino al Collegio Gallio e dal 1991 al Liceo classico Volta di Como. Ha collaborato con i giornali locali La Provincia di Como, Corriere di Como, L'Ordine. Ha scritto L'eone della cosa - saggio filosofico da Aristotele a Carl Schmitt.