Gian Piero Alloisio Il mio amico Giorgio Gaber - Tributo affettuoso a un uomo non superficiale
UTET, 2017 Società | Biografie
17/04/2018 di Laura Bianchi
"Se Gaber diceva una cosa, dal punto di vista artistico, si capiva subito che era vera."
Questa frase di Gian Piero Alloisio, tratta dal suo libro memoriale Il mio amico Giorgio Gaber, illumina di senso l'intero progetto. In quel caso, Alloisio, cantautore, scrittore e storico collaboratore di Gaber, sta raccontando il momento in cui questi gli chiese di interpretare Il dilemma, uno dei suoi brani più complessi, e, a fronte delle perplessità di Alloisio, lo convince con la forza del proprio carisma.
Dai ricordi dell'autore emerge infatti proprio il magnetismo, personale e artistico, di un uomo che "buttava sempre la palla in alto", sempre secondo le parole di Alloisio; un intellettuale sensibile, impegnato, presente a sé e alla propria epoca, capace di coglierne le qualità, ma anche le contraddizioni.
Accanto agli aneddoti scaturiti dalla memoria precisissima di Alloisio, vero testimone di un'epoca forse irripetibile della nostra cultura non solo musicale, si affiancano così i ritratti vivaci di personaggi noti, come Guccini o Paoli, e altri meno noti al grande pubblico, ma essenzialii per il loro successo, come Renzo Fantini o, ovviamente, Sandro Luporini, affascinante "come Corto Maltese", artista poliedrico, pittore, scrittore, coautore con Gaber dei testi del migliore teatro canzone.
Il lettore comprende dunque lo spirito del tempo, fatto di continue sperimentazioni, discussioni, fallimenti e trionfi, di cui proprio Gaber, inesausto ricercatore, uomo dubbioso e entusiasta trascinatore, è la completa incarnazione.
L' uso della prima persona e il filtro dell'interpretazione personale non ostacolano la conoscenza del profilo di Gaber e del suo tempo, ma, anzi, la arricchiscono di sfumature composite e complesse.
Non solo un tributo affettuoso a un amico speciale, dunque, ma uno strumento importante per leggere correttamente quei tempi non superficiali.
Questa frase di Gian Piero Alloisio, tratta dal suo libro memoriale Il mio amico Giorgio Gaber, illumina di senso l'intero progetto. In quel caso, Alloisio, cantautore, scrittore e storico collaboratore di Gaber, sta raccontando il momento in cui questi gli chiese di interpretare Il dilemma, uno dei suoi brani più complessi, e, a fronte delle perplessità di Alloisio, lo convince con la forza del proprio carisma.
Dai ricordi dell'autore emerge infatti proprio il magnetismo, personale e artistico, di un uomo che "buttava sempre la palla in alto", sempre secondo le parole di Alloisio; un intellettuale sensibile, impegnato, presente a sé e alla propria epoca, capace di coglierne le qualità, ma anche le contraddizioni.
Accanto agli aneddoti scaturiti dalla memoria precisissima di Alloisio, vero testimone di un'epoca forse irripetibile della nostra cultura non solo musicale, si affiancano così i ritratti vivaci di personaggi noti, come Guccini o Paoli, e altri meno noti al grande pubblico, ma essenzialii per il loro successo, come Renzo Fantini o, ovviamente, Sandro Luporini, affascinante "come Corto Maltese", artista poliedrico, pittore, scrittore, coautore con Gaber dei testi del migliore teatro canzone.
Il lettore comprende dunque lo spirito del tempo, fatto di continue sperimentazioni, discussioni, fallimenti e trionfi, di cui proprio Gaber, inesausto ricercatore, uomo dubbioso e entusiasta trascinatore, è la completa incarnazione.
L' uso della prima persona e il filtro dell'interpretazione personale non ostacolano la conoscenza del profilo di Gaber e del suo tempo, ma, anzi, la arricchiscono di sfumature composite e complesse.
Non solo un tributo affettuoso a un amico speciale, dunque, ma uno strumento importante per leggere correttamente quei tempi non superficiali.