Frank McCourt

Frank McCourt Le ceneri di Angela


Adelphi, 1997, £32000

di Simona

MISERIA NERA DI IRLANDA, UMORISMO E TRAVOLGENTE VITALITA'

Quando uscì, nel 1996, fu il caso letterario dell'anno perché l'autore, già ultrasessantenne, era alla sua opera prima e riusciva a scrivere un libro indimenticabile. Le ceneri di Angela è un romanzo autobiografico che racconta la storia di Frankie, ragazzino irlandese sveglio e sensibile il quale descrive dalla sua angolatura il mondo miserabile che lo circonda e le miserie della sua stessa famiglia, oppressa dai troppi figli, da un padre alcoolizzato ma, soprattutto, dalla povertà estrema. Potrebbe essere il solito racconto patetico, tuttavia "gente che si vanta o si lamenta delle tribolazioni patite nei primi anni di vita se ne trova dappertutto, ma niente regge il confronto con la versione irlandese: la povertà, il padre alcolizzato chiacchierone e buono a nulla; la madre pia e derelitta che geme accanto al fuoco, i preti boriosi, i maestri arroganti, gli inglesi e le cose tremende che ci hanno fatto per ottocento lunghi anni... E poi, tutta quell'umidità." Certo si tratta di una vecchia Irlanda che ora non esiste più, ma sicuramente non si tratta di uno stereotipo bensì della sua identità profonda. Dice McCourt: "Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora." Quando si riesce a rendere lo sguardo dei bambini di fronte al mondo, allora il racconto assume toni di autenticità e commozione davvero profondi e Frank McCourt riesce splendidamente in tutto questo, ma fa qualcosa in più. Infatti trasforma quello che avrebbe potuto essere il romanzo retorico e sofferto della propria infanzia in un libro divertentissimo, in cui l'atteggiamento disincantato dei bambini al cospetto delle quotidiane tribolazioni diventa di un'umorismo trascinante. L'infanzia trascorre nella stoica resistenza di fronte alle difficoltà. Il disincanto quasi cinico di fronte alla povertà, alla malattia e alla morte procede accanto alla genuina innocenza dei bambini creando una mistura che sfocia, talvolta, in situazioni persino grottesche, in bilico tra la miseria e la spensieratezza, che viene ad essere lo spontaneo antidoto contro la disperazione. Poi arriva l'adolescenza e le problematiche della crescita riducono la spensieratezza. Il padre se ne è andato, la madre Angela invecchia e resta sempre più tempo accanto al fuoco tuttavia, oramai, si è fatta strada la speranza di una soluzione sognata sin da bambino: l'America. McCourt narra una storia semplice e bellissima, drammatica eppure divertentissima e, soprattutto, comunica col suo libro un senso di umanità genuina e vigorosa che, nonostante la presenza della fame e dell'abbandono, riesce a trasmettere una carica positiva potente ed entusiasticamente vitale.

" Dietro di me Paddy Clohessy mugugna: - L'animaccia di Euclide...- Tu, sbraita Puntino, come ti chiami? -Clohessy, signor maestro- Ah, il piccolo cammina su una gamba sola. E mi diresti anche il tuo nome di battesimo? -Paddy- Paddy cosa? -Paddy, signor maestro- Bene, Paddy, e cos'è che stavi dicendo a McCourt? -Dicevo che dovremmo metterci in ginocchio e ringraziare Dio di averci mandato Euclide- Sì, figuriamoci, Clohessy. Vedo già la menzogna marcirti fra i denti. Cos'è che vedo, bambini? -La menzogna, signor maestro- E che cosa fa la menzoga, bambini? - Marcisce, signor maestro- Dove, bambini? -Fra i denti di Clohessy, signor maestro- Euclide, bambini, era greco. Che cos'è un greco, Clohessy? -Una specie di forestiero, signor maestro- Clohessy, sei un imbecille. Allora, Brendan, tu saprai sicuramente che cos'è un greco. -Si, signor maestro. Euclide era un greco-"