Francesco Bianconi

Francesco Bianconi Il regno animale


Mondadori 2011 Romanzo | Emergenti

26/10/2011 di Arianna Marsico
Ritratto dell’artista da giovane (precario) potrebbe essere il sottotitolo perfetto per Il regno animale, primo romanzo di Francesco Bianconi, leader dei Baustelle.

Opera prima ma non per questo ingenua e priva di studiate accortezze, come il gioco tra biografia ed invenzione ( che su scene come quelle ambientate al Festival del Cinema di Venezia si rivela particolarmente gustoso) ed i riferimenti più o meno espliciti alle canzoni, recenti e non, del gruppo (soprattutto nel capitolo Le rane).

Tutto il romanzo è infatti intriso dello sguardo sull’oggi spietato ed insieme pietoso insieme che ha caratterizzato I mistici dell’Occidente (2010), ultimo lavoro della band. Protagonista di questo moderno romanzo di formazione è Alberto, perfetto “Romantico a Milano”, catapultato nella grande metropoli da Abbadia, località della provincia senese. Affetto da attacchi di panico ed impotenza decisamente psicosomatica, il ragazzo, stufo della provincia, decide di buttarsi sulla scrittura.

 Avevo pensato a quali fossero le mie qualità, sempre che ce ne fossero. Non ne avevo trovate tante. L’unica cosa che mi era venuta in mente è che un po’ sapevo scrivere. Tutti i professori, sia al liceo che all’università, mi avevano riconosciuto questa dote.”Ottime capacità narrative e di sintesi”. Decisi di fidarmi di loro.

Ecco il ragionamento in base al quale Alberto decide di fare della scrittura una professione, finendo a lavorare in un service che fornisce contenuti ad altre riviste. La redazione sembra un inferno fatto solo per umiliare chi ci lavora, ma forse la Milano da bere è ancora peggio, vacuo scintillio fatto di cocaina. “Il vero è brutto” chiosava Leopardi e “La logica spietata del profitto o chissà cosa ci fa figli dell’Impero Culturale Occidentale” ( Colombo, Baustelle) ed Alberto se ne rende presto conto. Eppure il suo torpore iniziale via via tende a svanire ed impara a galleggiare nell’eterno reality senza snaturarsi. E sarà proprio questo a permettergli di crescere, superare gli attacchi di panico, le defaillances con le donne ( che seppur timido, attrae), conoscere Ilaria. Di vivere alternando la visione del bicchiere mezzo pieno a quella cruda di un futuro da anni zero con “figli che non avremo” ( Brondi docet).

Memorabile, per la buona dose di autoironia con cui è descritto, l’incontro tra Alberto e lo stesso Francesco Bianconi ad un party durante il festival in Laguna.

Il regno animale è un libro cinico e spietato a tratti, tenero in altri momenti, mutevole come questa nuova Age of Anxiety.