Enrico Deregibus

Enrico Deregibus Luigi Tenco - Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste


a cura di Enrico De Angelis ed Enrico Deregibus, Il Saggiatore, 2024, 440 pagine, 26 euro Musica | Biografie

25/01/2024 di Laura Bianchi
È appena finito il Festival di Sanremo. Un antidoto per resistere all'omogeneizzato musicale propinato da MammaRai, che mi ha accompagnata in questa difficile settimana, tra proclami ipocriti e slanci sinceri, è stato leggere il bel libro di due Enrico, De Angelis e Deregibus, che hanno pubblicato per Il Saggiatore una raccolta del pensiero di uno dei cantautori che maggiormente hanno ispirato le generazioni seguenti: Luigi Tenco.

In Lontano, lontano. Lettere, racconti, interviste i due critici e giornalisti musicali - strettamente legati, in diversi momenti della loro vita, a quel Club Tenco che, dopo la tragica e controversa morte del cantautore di Cassine (AL), si formò in suo onore - gli rendono omaggio, cercando di ricostruirne la parabola esistenziale, dai primi passi nella musica, al successo popolare, attraversando anche le esperienze sentimentali e civili.

Emozionanti sono i suoi temi di quarta elementare, che ci rivelano un piccolo Luigi affettuoso con la mamma (ricordiamo che il padre naturale non potémai riconoscerlo, e quello che gli diede il cognome morì prima che Luigi nascesse), sensibile ("Invece di fabbricare le bombe che portarono tanta distruzione e morte avrebbero potuto impiegare nelle costruzioni delle biciclette."), e già un po' poeta ("La mia casa per me è tutto, è il mio piccolo regno.").

Così, lo seguiamo dalle pagine di diario della sua prima band, la Jelly Roll Boys Jazz Band (fondata quando Tenco aveva solo tredici anni e in cui suonava il sax), ricche di dettagli importanti per capire il suo profondo senso dell'amicizia (con Bruno Lauzi, suo compagno di banco), oppure dalle lettere alla madre, dense di preoccupazione per la sua salute e di rassicurazioni per la propria, o ancora da quelle dirette a giornali o discografici, puntute, nel ribadire la propria identità di cantautore senza compromessi.

L'intervista più significativa, e forse profetica di tutta una tendenza che si sarebbe realizzata di lì a pochi anni, per il cantautorato, è quella dell'8 marzo 1962 a Sandro Ciotti, per Radio Rai, in cui Tenco afferma, testualmente, che vorrebbe proporre le proprie canzoni in un "recital, cioè ad un certo punto potermi mettere su un palcoscenico, spiegare che cosa voglio dire con le mie canzoni, poi cantarle, poi... per poter fare in modo di chiarire anche quei punti che forse nella canzone non sono chiari, perché non ho fatto sempre delle cose perfette, ecco.", e dichiara il proprio interesse per Gino Paoli e Piero Ciampi. In un'intervista argentina, aggiunge all'elenco anche Sergio Endrigo e Charles Aznavour, e, in una a Radio Montecarlo, a Herbert Pagani presenta "un certo Fabrizio", con La ballata dell'eroe, parla di Bob Dylan, e profetizza il successo di Patty Pravo ("credo che questa ragazza abbia molta grinta,"), e Lucio Dalla ("piglio da profeta piccolo...")

Ci sono anche le parole degli altri, dal già citato Lauzi, a tutti i giornalisti che, sull'onda del suo successo, cercano di spiegarlo con ritratti più o meno veritieri, ma che inseriscono nei pezzi preziose battute o importanti aneddoti, illuminanti per comprendere appieno il carattere di Tenco: come quando afferma: "I soldi piacciono anche a me -  afferma il cantante - perché danno l'indipendenza e permettono di creare in piena serenità. Ma se per guadagnare del denaro bisogna scendere a compromessi, allora non ci sto più e mando all'inferno i denari.".

Quando, a metà degli anni Sessanta, la canzone di protesta dilaga, lo seguiamo rilasciare dichiarazioni ficcanti, sincere e libere, anche riguardo la guerra (cantando E se ci diranno) o la canzone commerciale, che suonano ancora - drammaticamente - attuali, anche a distanza di sessant'anni.

Ma nel libro c'è molto altro: lasciamo al lettore la sorpresa nel leggere un suo racconto dattiloscritto "Nessuno dei partecipanti alla festa...", che testimonia una volta di più il talento di Tenco scrittore e la sua visione disincantata, ma acuta e idealista, del mondo e della vita, confermata dai ricordi postumi, dopo quel tragico 27 gennaio 1967, che fanno emergere altri episodi, affermazioni e situazioni significative per cogliere lo spessore morale e umano di un artista avanti decenni rispetto ai suoi contemporanei.

Il cerchio si chiude, almeno per me, con l'estratto da Novella 2000, 5 febbraio 1967, che riporta una sua dichiarazione: "Il Festival di Sanremo mi fa paura. Le mie canzoni hanno bisogno di atmosfera, lì c'è confusione e baccano, e in fondo nessuno ti ascolta veramente."

Luigi Tenco, ti stiamo ancora ascoltando. Sarai sempre uno degli antidoti migliori per resistere.

 

 

Enrico de Angelis (Bolzano, 1948) è giornalista, storico della canzone e operatore culturale. È stato attivo all'interno del Club Tenco di Sanremo dall'anno di fondazione, il 1972, e ne è stato per vent'anni il direttore artistico. Ha curato inoltre numerose altre rassegne, eventi, lezioni, dischi, programmi radiofonici, soprattutto di canzone d'autore, espressione da lui stesso coniata nel 1969. Ha firmato o curato innumerevoli pubblicazioni, tra cui un'antologia dei propri scritti giornalistici raccolti nel volume Musica sulla carta.

 

Enrico Deregibus (Balzola, 1967) è giornalista e direttore artistico o consulente di vari eventi musicali e culturali. È considerato il biografo di Francesco De Gregori, su cui ha pubblicato vari libri. Oltre a questi, ha firmato Dizionario completo della canzone italiana (2006), Il mio posto nel mondo. Luigi Tenco, cantautore (2007) con Enrico de Angelis e Sergio Secondiano Sacchi, Chi se ne frega della musica? (2013). Nel 2017 ha realizzato un omaggio a Luigi Tenco con eventi in contemporanea in più di 30 località.

 


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