Emmanuel Carrère

Emmanuel Carrère Io sono vivo, voi siete morti


Adelphi, 2016 Narrativa Straniera | Biografie

13/09/2016 di Corrado Ori Tanzi
Di lui l’autore dice che era un visionario come Dostoevskij. Di più, aggiunge che se vogliamo capire il Ventesimo secolo dobbiamo leggere I Demòni, così per tentare di capire il Ventunesimo dobbiamo leggere i suoi romanzi.

L’autore è Emmanuel Carrère, una delle voci più interessanti e profonde della letteratura contemporanea francese (ed europea), il libro ha per titolo Io sono vivo, voi siete morti (e finalmente verrebbe da dire, visto che il libro è del 1993), e lui è Philip K. Dick, con ogni probabilità lo scrittore di maggiore culto della modernità. Padre di romanzi che solo per convenzione e pigrizia definiamo come fantascienza, ma che più a fondo rivelano una visione dell’esistente biologico, spirituale e politico/sociale che, come afferma Carrère, forma l’architrave di questi nostri ultimi Tempi.

Con la consueta scrittura chiara ed essenziale, lo scrittore francese, autentico fan del “maledetto vate di Chicago”, ci consegna un profilo tutto sangue e parola del Maestro diventato tale in morte e che in vita dovette invece per lo più relegarsi a intrecciare storie per l’adolescenza e vedere pubblicata qualche opera che non gli conferì certo la notorietà (e la sicurezza economica) che sarebbe calata sul suo nome dopo il 1982, anno appunto della sua dipartita a 54 anni.

Ossessionato dall’eucarestia e dall’immagine del fedele cattolico chiamato a mangiare il corpo di Cristo e berne il suo sangue, paranoico al punto che prima di incominciare una conversazione telefonica sottoponeva l’interlocutore a un lungo test per convincersi se era quello che diceva di essere o una spia dell’Fbi o un nazista e che durante la telefonata all’improvviso dava fuori di matto insultando la fantasmatica presenza che secondo lui stava ascoltando. Sfidava Dio con inveterate minacce piene di rabbia e lo pregava con afflato da monaco, coi testimoni di Geova alla porta si dedicava a interminabili conversazioni su entropia, leggi della termodinamica e transustanziazione. All’inizio della carriera tirò su se stesso e la famiglia (ne ebbe in quantità) come venditore di dischi, mestiere che gli permise una eccellente collezione di musica classica, sua vera ambrosia dell’anima. Le risposte di rifiuto ai suoi manoscritti venivano abitualmente attaccate alle pareti di casa (in un solo giorno ne contò diciassette), precisione che coniugò con altre manie nel corso degli anni.

Randagio, drogato, per sopravvivere doveva lavorare a ritmi serratissimi, riempiendosi di anfetamina e passare atroci periodi depressivi. Ingurgitava migliaia di pasticche di metedrina alla settimana e 40 mlg di stelazina al giorno più altre cosucce buttate giù con impressionante facilità da far passare Keith Richards per una suora novizia. Provò più volte il suicidio, arrivò a sfondare i 100 kg, soggiornò per non breve tempo in ospedali psichiatrici. A un certo punto si fissò con l’idea di scrivere solo per svuotare la testa, un progetto che chiamò Esegesi (Apologia Pro Vita Mea) e che raccoglieva i suoi pensieri più mistici su tutto quello che gli ronzava dentro, da consegnare agli archivi pile di pagine illeggibili oggi oro per gli adepti.

In vita, come accennato solo La svastica sul sole gli fece annusare l’aria che non avrebbe più annusato, mentre i diritti cinematografici di Blade Runner iniziarono a dargli un minimo di agiatezza economica (ma il romanzo da cui Ridley Scott prese liberamente spunto continuava a essere roba per pochi e Dick comunque morì prima che il film fosse finito). Poi si incominciò a far uscire la lava in libri come Ubik, Il cacciatore di androidi, La trilogia di Valis. Ma solo poi.

P.S.: Se non vi basterà questa lettura vi sarà d’aiuto Il regno, il testo che Carrère licenziò un paio di anni fa e tradotto in italiano lo scorso anno. Uno scritto sulfureo su Dio, la religione e la genesi di Io sono vivo, voi siete morti.

 

Emmanuel Carrère, Io sono vivo, voi siete morti, Adelphi, 351 pagg., 19 euro

 

Corrado Ori Tanzi

https://8thofmay.wordpress.com


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