Donatella Di Pietrantonio

Donatella Di Pietrantonio L`età fragile


Einaudi, 2023, Collana Supercoralli, 192 pagine, 18 euro Narrativa Italiana | Romanzo

05/07/2024 di Laura Bianchi
Una figlia, una madre, un padre.

Oppure, una nipote, una madre, un nonno.

O ancora, quattro ragazze travolte dagli eventi, in un'estate di tanti anni fa.

L’età fragile di Donatella Di Pietrantonio racconta tutto questo, e molto altro. Racconta silenzi, rimossi, omissioni, slanci compressi o repressi, per fare tacere parole, ricordi, traumi, urla, violenze e pezzi di vita strappati via, senza possibilità di redenzione.

La scrittrice de L'arminuta torna nei luoghi d'origine, per affrontare un intreccio che avvolge nelle sue spire il lettore, in modo inesorabile, fatale. Il ritorno a casa della figlia Amanda per il lockdown scuote Lucia dalla routine con cui si illude di superare le ferite del passato, ma, come è chiaro, il passato non passa. Torna, sotto forma del malessere di Amanda, di un terreno lasciato da suo padre, di una serie di coincidenze, che porteranno Lucia a tornare sul luogo dove finì bruscamente l'età dell'innocenza, per lei e per altre vite.

La scrittura di Di Pietrantonio incide, tagliente, ma densa di pietas, parole e immagini, delineando figure indimenticabili, ognuna recante lo stigma di età fragili a loro modo: quella di Rocco, il padre di Lucia, che sente avvicinarsi la vecchiaia; quella di Lucia, separata e stretta tra due dimensioni che non sente più sue; quella di Amanda, prematuramente spenta nelle sue speranze di autonomia e realizzazione in una grande città. 

La fuga, quella dai luoghi d'origine, dal passato, dal futuro, non è mai una soluzione, ma, al contrario, indebolisce e rende ancora più fragili, soli, stranieri l'uno all'altro. Invece, sembra suggerire l'autrice, è possibile trovare salvezza solo affrontando i ricordi col dialogo e con coraggiosa consapevolezza. Ed è urgente farlo, prima che l'indifferenza e l'incomunicabiliità, veri mali della nostra epoca, ci dividano irrimediabilmente. 

Affrontare tematiche tanto delicate in modo originale è una sfida difficile: il rischio di scivolare nella retorica o nella banalità è alto, come quello di dare a esse toni cupi, vittimistici o peggio nichilisti. Ma Di Pietrantonio conduce la narrazione in sapiente equilibrio tra luci e ombre, donando pudore e poesia perfino alle scene più acri, e misurando le emozioni con un dono innato: una voce naturalmente asciutta, che accompagna personaggi e lettori in un rispecchiamento e riflessione che arricchisce. 
"Eravamo fragili. Scoprivo da un momento all’altro che potevamo cadere, perderci, e persino morire”.

Tutti noi viviamo un'età fragile, ma ciascuno può trovare la chiave per assecondare la nostra natura di esseri sociali, fatti per convivere in armonia. Perché la natura riscresce sempre, "su tragedie e disastri". Di Pietrantonio ci suggerisce che possiamo farlo anche noi.