Davide Catinari

Davide Catinari White Light


Camena Edizioni, 2022, Copertina flessibile - Pagg. 148 - € 14,00 Narrativa Italiana | Emergenti

11/02/2023 di Arianna Marsico
Storia semplice ed essenziale, che mi ha fatto pensare subito alla trama di Shining, su come l’isolamento interagisca con la mente umana e le sue debolezze. Così potremmo riassumere White Light, esordio nella scrittura di Davide Catinari, fondatore dei Dorian Gray.

Un uomo, in bilico tra essere ancora musicista e non esserlo più, e tra l'essere tossicodipendente e il cercare di non esserlo più, viene selezionato per fare il guardiano di un faro per un periodo di tre settimane. Un incarico in apparenza non troppo complicato, che sarebbe dovuto essere in qualche modo una messa alla prova e per il quale era stato giudicato idoneo.

Tuttavia, il nostro antieroe, di cui sappiamo solo quel che decide di raccontarsi, non ci mette molto a restare avvolto e intrappolato dall’interesse per delle foto lasciate dal suo predecessore (morto durante l’incarico), unica traccia di un passato fatto accuratamente scomparire da chi gestisce il faro.

La scrittura di Catinari ha due facce. Tanto è asciutta nel descrivere la attività di routine nella gestione del faro, tanto è intrisa di decadenza nel descrivere il passato da rockstar del protagonista. Non si intuisce se sia stato una celebrità o una piccola star di provincia (scritto senza alcuna accezione negativa), ma non importa: la voglia di annientarsi può annidarsi a tutti i livelli, soprattutto in chi con la propria arte cerca di sfidare se stesso.

Il wild side di cui cantava Lou Reed, spirito guida di questo romanzo, è sempre in attesa, e il libro ci ricorda che l’abisso sa essere affascinante, ma anche far male.