Daniel Chavarría

Daniel Chavarría Il rimedio universale


Marco Tropea, pp. 411, lire 29.000

di Danilo Manera
. Da un albero amazzonico si ricava un decotto che cancella il dolore e provoca un sonno istantaneo durante il quale si può indurre chi l'ha bevuto a sviluppare risolutamente determinate inclinazioni. L'interesse di questo "rimedio universale" per l'industria farmaceutica viene superato da quello spionistico. La Cia prepara infatti un piano di portata mondiale, denominato "Usher", per il controllo e l'esaltazione della volontà di individui selezionati che, dai loro posti chiave all'interno delle nazioni nemiche, porteranno al crollo delle stesse. Daniel Chavarría narra in questo romanzo, che ottenne il premio Hammett nel 1992, lo sterminio della tribù dei "Mano di scimmia" che di quel decotto faceva un uso rituale e l'eliminazione di chiunque abbia saputo della sua scoperta nel 1970. Parallelamente, rievoca la storia della stirpe spagnola degli Arnaiz, sanguinari e conservatori, fino all'arrivo a Cuba nel 1975 di due di loro, Jaime e Jimena, a guidare il filone cubano del piano "Usher". Jaime è un franchista veterano di cento battaglie, dal fronte russo a fianco dei nazisti fino al Vietnam e alle missioni antiguerriglia in America Latina. Sua nipote Jimena, con la quale ha un'intensa relazione erotica, è stata "seminata" in Francia negli anni '60 dalla Cia, che l'ha fatta diventare specialista nella cura del diabete. In tale veste è invitata a Cuba e, con lo zio come marito sotto le mentite spoglie di uno storico colombiano, provvede a spingere verso la corruzione i "patrioti torbidi" suoi pazienti, megalomani filocastristi ma anticomunisti, pronti a fare affari sporchi per quello che credono il bene del proprio paese, mentre la Cia farà scoppiare i relativi scandali per scalzare Fidel. Il complotto sarà sventato grazie a due ragazzini curiosi, ma il piacere di questo libro non sta nel finale, bensì nel ritmo turbinoso e nelle accurate digressioni. Chavarría è a suo agio nel gestire una selva di voci, domina una lussureggiante mole di dati ed è abilissimo nel disegnare efferate e fosche figure. Nato in Uruguay nel 1933, ha avuto una gioventù scapestrata in giro per il mondo e anche ai margini della legge (si veda il bel ritratto che ne fa Pino Cacucci in "Camminando", Feltrinelli, p.125, lire 23.000). Dal 1969 vive a Cuba come professore di lettere classiche e dal 1978 pubblica romanzi d'intrigo scritti con potente inventiva e stile raffinato, che ne hanno fatto un maestro assoluto del genere.

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