Cesare Monti E Wanda Spinelli

Cesare Monti E Wanda Spinelli Lucio Battisti e la Numero Uno nelle fotografie di Cesare Monti


Vololibero Edizioni – 2011 Musica | Biografie

06/02/2012 di Vittorio Formenti
La Numero Uno rappresenta una delle vicende più interessanti della discografica italiana.

Fondata nel 1969 a Milano da Mogol, da suo padre Mariano e dal produttore Alessandro Colombini, con la determinante partecipazione di Lucio Battisti, la casa venne distribuita dalla RCA e rappresentò un fondamentale evento nella storia della discografica indipendente italiana.
Numerosi ed importanti furono gli artisti che entrarono a far parte della storia dell’etichetta; ricordiamo Pappalardo, Flora Fauna e Cemeanto, Ivan Graziani, Formula 3, PFM, Bruno Lauzi, Oscar Prudente, Luciano Winderling, Alberto Radius, Dik Dik, Equipe 84 e numerosi altri.
La vita autonoma della casa durò dal 1969 fino al 1974, quando venne ceduta alla RCA sopravvivendo fino agli inizi degli anni Novanta pubblicando la maggior parte dei dischi di Battisti.

Cesare Monti (Montalbetti all’anagrafe) è uno dei più celebri fotografi italiani; collaboratore ufficiale di Lucio e direttore di Re Nudo Cesare lavorò anche per la Cramps e per l’etichetta Rolling Stones records.

Numerosi sono gli echi della storia del pop e del rock italiano che risuonano metaforicamente in questo libro pubblicato in tiratura limitata (1000 copie), riedizione di quanto già rilasciato nel 1999 ed ora riproposto in formato da LP 33 giri, in quadricromia ed in carta patinata da 200 g. con un esito di assoluta qualità grafica ed artistica.

Il lavoro è articolato su immagini per la maggior parte inedite di Lucio e degli altri artisti della casa, arricchito dall’interpretazione pittorica di Vanda Spinello, compagna di Cesare, ed è un oggetto che si gode con gli occhi e con l’animo più che con la mente.
Il linguaggio fotografico di Cesare si esprime con un delicatissimo senso di intimità e di rispetto nei confronti della figura di Lucio, spesso ritratto in bianco e nero in contesti rurali sfumati e a pochi contenuti di grigi, quasi a sottolineare la profondità della personalità dell’artista scontornata con l’ambiente a lui più congeniale.

Seguono poi scatti relativi ai musicisti sopra citati, con l’alternanza delle copertine dei dischi di maggior rilievo pubblicati dalla casa: una sorta di indice storico di quello che, più che un movimento, parrebbe essere stata una comune di talenti organizzata per far regnare la creatività.

I vari personaggi sono ricordati attraverso piccoli episodi e fatti piuttosto che con passaggi critici o storici; questo riesce ad enfatizzare la dimensione di ordinaria genialità e la coesione vissuta dal progetto, evita la celebrazione del passato e ricolloca la vicenda in un continuum con i tempi di oggi.

E’ proprio questo forse il risultato migliore dell’iniziativa; lo scorrere delle immagini non genera nostalgia o tristezza, aiuta la riflessione e tocca le corde di una sensibilità ancora attuale, ricordando che certi patrimoni sono un capitale anche nei giorni nostri.

Vero libro d’arte, autentica testimonianza umana.