Arkadij e Boris Strugackij

Arkadij e Boris Strugackij Lo scarabeo nel formicaio


Carbonio Editore, 2024, Collana Cielo stellato, Traduzione Claudia Scandura, Pagine 256, 18,50 euro Letteratura Straniera | Romanzo | Fantascienza

03/04/2024 di Roberto Codini

La profezia delle formiche: c’era una volta la fantascienza sovietica

 

Tra giallo di fantascienza e narrazione filosofica dalle implicazioni etiche e bioetiche, Lo scarabeo nel formicaio è un romanzo profetico (fu pubblicato la prima volta nel 1988) che parla di pandemie e manipolazioni genetiche; e bene ha fatto Carbonio Editore a pubblicarlo in un italiano fluente ed efficace, a opera di Claudia Scandura.



Maksim Kammerer, collaboratore del Comcon-2, la Commissione di Controllo che vigila sullo sviluppo scientifico e la sicurezza della Terra, riceve una convocazione urgente per una missione altamente riservata: deve trovare Lev Abalkin entro cinque giorni. Abalkin, un ex membro del loro gruppo, è scomparso improvvisamente. Maksim inizia le sue indagini fingendosi un giornalista, cercando di ricostruire la vita recente e le connessioni di Abalkin. Quest’uomo suo malgrado era un ‘progressore’, un facilitatore per l’evoluzione delle razze aliene e si occupava anche di sicurezza umana. Mentre Maksim esplora il passato di Abalkin, scopre sempre più dettagli su un segreto potenzialmente pericoloso.


Il romanzo è sospeso tra il timore del rapporto con l’ignoto e il dovere di diffidare delle intenzioni di chi non si conosce, quando c’è in gioco la sopravvivenza della specie.

“Persone intelligenti, per pura curiosità scientifica, hanno introdotto uno scarabeo nel formicaio e con grande diligenza registrano tutte le sfumature della psicologia delle formiche, tutti i particolari della loro organizzazione sociale… E le formiche sono spaventate a morte, le formiche corrono di qua e di là, sono preoccupate, sono pronte a dare la vita per il formicaio natio, e non si rendono conto, poveracce, che lo scarabeo alla fine striscerà fuori dal formicaio e riprenderà la sua strada, senza aver fatto il minimo danno…”

E ancora: “La lotta per l’abbattimento di tutte le barriere, di qualsiasi tipo, sulla strada della diffusione delle informazioni scientifiche era diventata proprio la sua idea fissa. Aveva una vivacità straordinaria e un’energia inesauribile. I suoi contatti nel mondo scientifico erano innumerevoli e gli bastava sentire che i risultati di un promettente studio erano stati accantonati per andare in bestia e sforzarsi di svelare, smascherare e strappare i veli”.

C’è anche un cane parlante: “Solo i terrestri ci chiamano Testoni. I degenerati del Sud ci chiamano vampiri. Mentre alla foce del Serpente Azzurro ci chiamano seccatori. E sull’Arcipelago, czechu… una parola che non ha un corrispondente in russo. Vuol dire ‘chi abita sotto terra ed è capace di soggiogare e uccidere con la forza del suo spirito’’.


Quello dei fratelli Strugackij è un romanzo complesso, affascinante, profetico, che ci regala un'analisi acuta e impietosa di ciò che significa vivere sotto un regime totalitario, un trattato di filosofia e di geo-politica che si muove tra “Stati di ordinaria emergenza”, come scrisse Giorgio Agamben sulle pagine de “Il Manifesto” di dieci anni fa: “La tradizione politica della modernità ha pensato i cambiamenti politici radicali sotto la forma di una rivoluzione che agisce come il potere costitutivo di un nuovo ordine costituito. Bisogna abbandonare questo modello per pensare piuttosto a una potenza puramente destituente, che non potrebbe essere rilevata dal dispositivo di sicurezza e precipitata nella spirale viziosa della violenza. Se si vuole arrestare la deriva antidemocratica dello Stato di sicurezza, il problema delle forme e dei mezzi di una tale potenza destituente costituisce proprio la questione politica essenziale che avremo bisogno di pensare nel corso degli anni a venire”.


Il romanzo parla anche di questo, utilizzando i registri, a volte indecifrabili, della fantascienza e della filosofia per raccontare il presente e il futuro. C’era una volta la fantascienza sovietica, in grado di produrre opere ancora incredibilmente attuali, che riflettono “sulla sicurezza della terra e sulla libertà dell’individuo”, mai come oggi così bisognose di tutela.

 

 

Arkadij (1925-1991) e Boris (1933-2012) Strugackij sono considerati tra i più importanti scrittori russi del ’900. Le loro opere sono state tradotte in molte lingue, ricevendo ampi riconoscimenti. Tra i libri usciti in Italia: Picnic sul ciglio della strada (dal quale Andrej Tarkovskij ha tratto il film Stalker) e, pubblicati da Carbonio, La chiocciola sul pendio, La città condannata, L’isola abitata, L’albergo dell’alpinista morto e Destino zoppo. In Russia è uscita l’opera omnia in 33 volumi. 

 

 




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