Alberto Crespi

Alberto Crespi Il mondo secondo John Ford


Jimenez Edizioni, 2023, 272 pagine, 20,00 euro Saggi | Societ� | Cinema

27/11/2023 di Laura Bianchi
Quando la voce storica di un programma radiofonico di culto fra i cinefili, come Alberto Crespi, voce di Radio3 e soprattutto Hollywood Party, si dedica a un regista di culto, come John Ford, non può che uscirne un'opera importante, interessante, approfondita e ponderosa: è il caso di Il mondo secondo John Ford, pubblicato per Jimenez Editore, una disamina appassionata e ricca della produzione di uno dei cineasti che hanno forgiato l'immaginario di una generazione, non solo americana.

John Martin Feeney (vero nome del regista) visse e operò in un periodo cruciale per la storia degli Stati Uniti, tra secondo dopoguerra, maccartismo, Vietnam e prodromi della guerra fredda, e seppe ispirare idee e storie di registi della generazione successiva, da Welles e Scorsese, a Wenders e Tarantino, fino a costituire un punto di riferimento anche per la rinascita del genere western, ampiamente declinato anche in questi ultimi anni. Del resto, lo stesso Crespi, con piglio filologico, approfondisce proprio lo status creativo di Ford, specificando che egli, in un'assemblea del sindacato dei registi, proclamò "My name is John Ford. I am a director of westerns". Una definizione che sembra circoscriverne l'impatto, se non fosse che - e questa è una delle tesi dell'autore - il western di Ford travalica il genere, per divenire metafora dell'esistenza e di tutta una società, nel suo rapporto con la storia.

Se si pensa a Ford, uno dei titoli più immediatamente memorabili è senza dubbio Ombre Rosse: una vicenda in cui epos e racconto on the road si fondono in una serie mirabile di personaggi, dipinti e diretti con mano magistrale ed efficace. E al film del 1939 si ispira anche Crespi, per analizzare le diverse sfaccettature dell'intera produzione cinematografica di Ford, con un'idea vincente: prendere i personaggi del film, i passeggeri della diligenza, e abbinare a ciascuno di loro un tema che attraversa tutta l'opera fordiana, per decostruire e riassemblare il suo messaggio, restituendogli attualità e vitalità.

Un atto possibile solo con un paio di caratteristiche, che Crespi possiede in modo indiscutibile: la competenza e la conoscenza approfondita del regista, e il profondo amore per lui. Proprio di amore scrive l'autore nell'introduzione, affermando: "Non amo nessun altro regista quanto Ford.(...) Questo libro racconta l'amore". Quindi, anche il lettore è invitato a scoprire, o riscoprire, la poesia di Ford, attraverso un racconto pulsante, vivo, scritto in prima persona, che lo conduce nell'intimo non solo dell'autore - spettatore, ma anche del regista - uomo.

Pagina dopo pagina, chi legge entra, con naturalezza e curiosità, nel mondo delle idee del cineasta, poeta e umorista (comedian, lo definì Orson Welles, ma Crespi propone una traduzione più ampia e insieme esatta, che sostituisce comico a umorista, nel senso pirandelliano del termine), articolandolo in capitoli, il cui titolo è di per sé un efficace compendio.

L'uomo fordiano; La donna fordiana; L'Irlanda; Ford e la politica; Ford e la legge; L'esercito e la guerra; Ford, the "comedian"; Il Sud; L'alcol; Gli indiani; La Monument Valley e la poesia di John Ford: i titoli rispecchiano la scelta tematica, e non biografica, dell'autore, e illuminano in modo netto ed efficace scelte creative, esistenziali e politiche di un uomo troppo spesso frainteso e banalizzato. Non è il caso di Crespi, che gli restituisce potenza e attualità. Si legga, per esempio, quanto scrive della violenza e del rapporto fra coloni e indigeni: la violenza, per Ford, "(...)ì è connaturata all'homo americanus (forse all'homo sapiens in senso lato), che nasce anche dall'avere perso una guerra assurda (...) ma che è endemica, quasi genetica, nella società che l'America ha creato partendo dall'emigrazione forzata dall'Europa (quindi dalla povertà, dalla disperazione e dal senso di rivalsa) e arrivando al genocidio di un popolo." 

O ancora, si comprenda come Crespi condivida Gaylyn Studlar, citandola riguardo alla tematica femminile, sottolineando come "i western di John Ford si concentrino spesso, con inaspettata intensità poetica, sulle donne e sulla femminilità, in modi decisamente controcorrente rispetto ai luoghi comuni e alle aspettative critiche rispetto al western, come genere cinematografico e letterario".

Non bastasse l'originalità di questo approccio, ci sono, a corredo delle tesi, citazioni efficaci a esergo di ogni capitolo, alcune belle foto di scena, e l'indice di tutti i film citati, oltre a cinque libri particolarmente importanti per conoscere meglio Ford. Una lettura scorrevole, approfondita, appassionata e appassionante.

 

Alberto Crespi, giornalista milanese trapiantato a Roma, voce inconfondibile del programma radiofonico di RadioTre Hollywood Party, lavora al Centro Sperimentale di Cinematografia in qualità di direttore della rivista Bianco e Nero. È stato per anni critico cinematografico del quotidiano l'Unità e attualmente scrive, sempre di cinema, su la Repubblica. È autore di numerosi libri, tra cui Quante strade (Arcana, 2013), Storia d'Italia in 15 film (Laterza, 2016) e Short Cuts (Laterza, 2022).