Alain Vircondelet Un’estate a Long Island
Romanzo | Biografie | Gremese Editore
21/11/2023 di Arianna Marsico
Dal titolo, Un’estate a Long Island, è difficile intuire il tema dell’ultimo libro di Alain Vircondelet. È una storia che si sviluppa narrando due piani sempre intersecanti, quello personale e quello creativo di Antoine de Saint-Exupéry, celebre autore de Il Piccolo Principe.
Perché mai come in questo caso il personale è arte e l’arte è personale. Nel 1942 Saint-Exupéry si trova a New York con la moglie Consuelo Suncín de Sandoval, pittrice affermata. Definire l’andamento del loro rapporto sinusoidale sarebbe riduttivo: momenti di passione, seguiti da ripetuti tradimenti, soprattutto da parte dello scrittore, indifferenza feroce, riavvicinamenti. Eppure, nonostante Consuelo sia stata più volte sul punto di chiedere il divorzio, il legame tra i due non si spezzerà mai fino alla fine. Anzi, proprio a Long Island la coppia vivrà una sorta di nuova luna di miele, intrisa di una tenerezza forse sconosciuta. Lì si sono rifugiati, lontani dalla corte degli esuli francesi, molto severa verso Antoine (fra l’altro, falsamente accusato di appoggiare il governo di Vichy, data la sua avversione per Charles De Gaulle), e dalle tentazioni delle amanti. Lì si ritrovano come esseri umani e artisti. Saint-Exupéry ha accolto la proposta dei suoi editori di preparare un romanzo che solo in apparenza sembra destinato ai bambini, di cui curare anche le illustrazioni. E la rosa a cui il Piccolo Principe ha dedicato tanto tempo sarà il simbolo del trionfo di Consuelo su tutto. Sulle amanti, sulle cattiverie, sulla mondanità. La donna si mostrerà in grado di rassicurare il bambino in Antoine, rendendosi insostituibile.
“È il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante”, e solo nella splendida e tranquilla dimora di Long Island lo scrittore se ne renderà pienamente conto.
La narrazione di Alain Vircondelet scandisce alla perfezione la tensione emotiva che permea moglie e marito, delinea le ombre della Seconda Guerra Mondiale, pronte a turbare la felicità ritrovata, e dipinge la genesi di un capolavoro. Anzi, Capolavoro con la C maiuscola. Perché pochi libri riescono a parlare al bambino che è, che è stato e che sarà il lettore. Pochi libri riescono a dare sempre qualcosa di diverso a ogni età, a consolare di una perdita. Ed è bello che Vircondelet ce lo ricordi.