Roberto Benigni

Commedia

Roberto Benigni LA TIGRE E LA NEVE


2005 » RECENSIONE | Commedia
Con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Jean Reno, Tom Waits

di Claudio Mariani
Uno degli eventi più attesi della stagione è arrivato: il nuovo film di Benigni. Più attesi perché segue le ultime due opere del regista toscano, il pluripremiato e comunque indimenticabile “La vita è bella”, e l’inatteso, incredibile tonfo del “Pinocchio”. Se il nuovo film non riesce a ricalcare il valore artistico del primo, fortunatamente riesce comunque a far dimenticare il grande passo falso delle avventure del burattino di Collodi. Il registro della nuova pellicola di Benigni è quello della poesia e dell’immancabile storia d’amore; poesia che stavolta diviene il soggetto stesso della storia, quella del professore universitario Attilio, stralunato poeta, che è ossessionato dalla figura di vittoria, che segue ovunque, anche in Iraq, proprio nei giorni della guerra. Quanto sia forzato l’inserimento del conflitto iracheno nella storia, a dir la verità, non lo si capisce, c’è chi dice che c’entra poco e nulla, c’è chi dirà che è fondamentale per la storia stessa, comunque è lì, e lo si vede sicuramente. Quello che è certo è che, fortunatamente, il rischio di cadere in una retorica scontata è stato evitato per due fattori: il primo è quello di non schierarsi (anzi, Benigni, distribuisce timidamente giudizi di qui e di là, in perfetto stile bipartisan) e quello, sicuramente sconveniente, del mostrare che il protagonista quasi non si accorge della guerra stessa, quasi a significare che un conflitto interno, proprio lì, in mezzo alla cassa toracica, può oscurare, per quello stesso individuo, il conflitto vero, esteriore. Praticamente un saggio sulla relatività dei sentimenti. Tecnicamente la pellicola è di buon livello, le parti migliori sono quelle relative al sogno ricorrente del protagonista, scene di sapore quasi felliniano, ideate dalla Braschi, e nelle quali Benigni rende omaggio a grandi poeti del passato; a renderle ancora più affascinanti l’ “amico” Tom Waits che suona, struggentemente, il piano, come lui sa fare benissimo. Per il resto il tono è quello della commedia sofisticata, dove si ride poco e quasi di contorno. Un film, in definitiva, che non farà altro che dividere, potrà piacere e non piacere, ma nessuno potrà negare che sia una pellicola delicata, poetica, dove si vede il progressivo allontanamento di Benigni dalla commedia nel senso classico del termine, una sensibilità quasi alleniana, sapere far sorridere, comunque e sempre, e parlare d’amore, e, forse, solamente di quello. D’altronde, come lo stesso protagonista dice nella lezione tenuta nell’università, “non buttatevi subito sull’amore, è la cosa più difficile, su quello scriverete tra ottant’anni”. Lui ha aspettato meno…