Michele Placido

drammatico

Michele Placido Vallanzasca - Gli angeli del male


2010 » RECENSIONE | drammatico
Con Kim Rossi Stuart, Valeria Solarino, Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Francesco Scianna, Gaetano Bruno, Paz Vega, Nicola Acunzo, Stefano Chiodaroli, Lino Guanciale, Paolo Mazzarelli, Federica Vincenti, Monica Barladeanu, Lorenzo Gleijeses, Gerardo Amato, Ad

di Arianna Marsico
Proviamo per un attimo a lasciar perdere le polemiche sul film, sulla mitizzazione del male ( come se avessimo una classe dirigente, da entrambe le parti in grado di dare esempio di morale e onestà) e anche la comprensibile rabbia dei parente delle vittime (un film su vicende così dolorose va sempre a toccare nervi scoperti e riesce a far sanguinare vecchie ferite). A questo punto concentriamoci sull’opera, cercando, alla Wilde, di capire se sia ben fatta o meno. E la risposta non può che essere positiva.

Il film dura due ore eppure non ha un attimo di stanchezza. E’ un continuum mozzafiato di salti temporali tra momenti di ascesa e di caduta, di tenerezza e crudeltà, con innesti musicali ad hoc. Per non parlare dei dialoghi, con battute in grado di restare impresse, come nei migliori gangster movie (una su tutte, che non svelerò , quella conclusiva). Kim Rossi Stuart si cala talmente bene nella parte dell’istrionico criminale da assumere le stesse espressioni dell’originale, confondendo realtà e fantasia. Il resto del cast si dimostra pienamente all’altezza,rendendo alla perfezione l’atmosfera cupa e spaventata della Milano di allora. Quanto alla mitizzazione dell’antieroe, se è vero che il personaggio risulta anche simpatico (ma lo stesso Vallanzasca all’epoca riceveva tantissime lettere da ammiratrici incantate dai suoi occhi azzurri e aveva un atteggiamento di sfida che poteva affascinare) è anche vero che Michele Placido non manca di mettere in luce i lati squallidi della vita da bandito in fuga, come il non veder crescere un figlio o vedere morire ammazzati i propri amici di infanzia, quando questi non tradiscono. Né d’altro canto gli vengono trovate giustificazioni come infanzia difficile o altre menate sociologiche.

Vallanzasca, come nelle parole di Kim Rossi Stuart nel film, ha “ il lato oscuro un po’ più pronunciato”, ma per propria scelta e natura. E per non cadere nelle spire lussuriose del male, è bene conoscerlo e confrontarvisi, e film come questo possono essere uno spunto iniziale.


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