Kim Rossi Stuart

Drammatico

Kim Rossi Stuart ANCHE LIBERO VA BENE


2006 » RECENSIONE | Drammatico
Con Barbora Bobulova, Tommaso Ragno, Kim Rossi Stuart

di Paolo Massa
“I bambini ci guardano” s’intitola un film di Vittorio De Sica. E guardando con piacevole stupore “Anche libero va bene”, opera prima di Kim Rossi Stuart, ci accorgiamo che qui è un bambino di undici anni, Tommaso, a guardare (non senza giudizio) le gesta dei più grandi, in questo caso di un padre, Renato, e di una madre, Stefania, due genitori ognuno con le proprie (imperdonabili) colpe. Da quando la mamma di Tommaso è scappata via di casa, la vita familiare di padre (Rossi Stuart) e figli (Tommaso e la sorella Viola) non è semplice: tra gioie e dolori, per un’esistenza all’insegna del sacrificio, ogni personaggio, a partire proprio dal piccolo Tommy, sembra andare avanti lungo la solita strada della routine quotidiana. Renato alle prese con i suoi grattacapi da capofamiglia e alla ricerca di un lavoro fisso, Tommaso impegnato con la scuola e l’odiato nuoto impostogli dal padre, e Viola, all’apparenza felice, ma senza reali punti di riferimento in mancanza di una figura femminile che la comprenda in quanto donna. Il film è delicato nel renderci partecipi di queste solitudini, effetti di un’unità familiare che stenta a concretizzarsi dinanzi alla frammentarietà dei rapporti interpersonali. E in questo fine studio psicologico, encomiabile è stato lo sforzo di Kim Rossi Stuart nel recitare la parte di un padre che non si risparmia, in quanto a intransigente violenza, agli occhi del figlio, forse il più disincantato di tutti ma ancora forte delle illusioni giovanili. E sono proprio le pericolose escursioni sul tetto di casa a darci il senso del suo (travagliato) vivere, intaccato troppo presto dagli inevitabili schiaffi della vita. Ecco dunque il maggior pregio di questo bel film italiano: il coraggio di non esimersi dal rendere sullo schermo la durezza cui va incontro una semplice famiglia del nostro tempo, alle prese con il quotidiano sopravvivere che ci accomuna un po’ tutti. Qualcuno ha parlato di un’eccessiva chiusura intimista della pellicola: nient’affatto, in particolare alla luce di una storia che ben rappresenta l’Italia di oggi, forse ancora troppo indifferente agli sguardi tristi (ma sognanti) dei nostri bambini.