Kenneth Branagh

Drammatico

Kenneth Branagh Belfast


2021 » RECENSIONE | Drammatico | Storico
Con Jamie Dornan, Jude Hill, Caitriona Balfe, Judi Dench, Ciarán Hinds



06/03/2022 di Laura Bianchi
Belfast, agosto 1969. Un bambino di nove anni torna verso casa, dopo un pomeriggio di giochi, salutando cordiale tutti, per la strada. Brandisce spada e scudo, si sente grande, felice e potente. Non sa che, di lì a poco, lo scudo servirà a sua madre per proteggerlo dai sassi, e che la sua vita cambierà per sempre: iniziano i Troubles, una sorta di "guerra a bassa intensità" etnico - religioso - nazionalista, svolta tra la fine degli anni Sessanta e la fine dei Novanta in Irlanda del Nord, che causerà quasi 4000 morti, distruzione, ulteriore impoverimento della working class sia cattolica, sia protestante, e una massiccia emigrazione verso un altrove, che si spera sia più pacifico.

Kenneth Branagh, che nell'agosto 1969 ha nove anni, ci ha messo più di cinquant'anni per elaborare il lutto, lo strappo, la perdita dell'innocenza, impostigli da un clima sociale che il bambino non capisce e che la sua famiglia non condivide, al punto da essere considerata una traditrice da parte dei protestanti più intransigenti. E lo ha fatto attraverso un film, che non può che intitolarsi Belfast, in omaggio alla città teatro degli scontri, che egli per questo deve lasciare. E sceglie un suo alter ego, il bravissimo esordiente Jude Hill, per dare occhi, sorriso, energia e stupito dolore al se stesso bambino, trascinato suo malgrado in un conflitto inconcepibile per la sua mente.

Il bianco e nero scelto dal regista proietta lo spettatore in un mondo in cui le immagini della TV rispecchiano quelle della realtà, fatta di violenza e paura latenti, di sogni negati. I genitori del piccolo Buddy (un sorprendente Jamie Dornan e un'intensa Caitriona Balfe) sono attanagliati da quei sentimenti, anche se in misura diversa: la madre è angosciata per la situazione economica della famiglia, mentre il padre riesce a regalare ai figli qualche sogno. Così, Buddy grazie a lui si appassiona dei film western (drammaticamente simili a scene reali), e si incanta davanti allo splendido Technicolor del film Chitty Chitty Bang Bang, innamorandosi perdutamente e per sempre del cinema. 

Attorniato da una famiglia unita, schietta, da nonni affettuosi (l'insuperabile Lady Judi Dench, a cui Branagh regala l'ultimo sguardo e l'ultima battuta del film), da una vita scolastica in cui trova spazio anche un amore innocente, Buddy forgia così per sempre i propri ricordi positivi, resistendo alle brutture, alle violenze, ai ricatti di una storia, a cui Branagh non mette mai la maiuscola. La scelta di sorvolare sulle cause dei Troubles, di non approfondirne nemmeno le conseguenze, potrebbe essere imputata come un difetto del film, ma, se questo si legge come il racconto delle intermittenze del cuore del protagonista - regista, la scelta si rivela poetica, azzeccata, perché rivissuta con l'incanto e la meraviglia di uno sguardo che non ha smesso di voltarsi indietro, trasgredendo all'ultima richiesta della nonna.

Sul tutto, a dare ulteriore anima al film, le canzoni di Van Morrison, il figlio più celebre della scena musicale di Belfast, scelte da Branagh per aggiungere senso e sentimento alle esperienze di Buddy: i titoli (e i testi) costituiscono una sorta di Vangelo laico, che Buddy, protestante, sceglie, in alternativa alla visione religiosa impostagli da una Chiesa troppo conformista. Ascoltiamo così la nuova Down to Joy, che apre il film, Caledonia Swing, Bright Side of the Road, Wild Night, Stranded, Days Like This, Carrickfergus, Warm Love, Jackie Wilson Said, And The Healing Has Begun, e non possiamo non emozionarci, quando alla musica si aggiunge uno sguardo più ampio sulla città, e sui cuori che la popolano, che siano 
the ones who stayed, ...the ones who left,...and all the ones who were lost, come recita la dedica a conclusione della storia. A quale gruppo appartengano il piccolo Buddy, e l'adulto Kenneth, sta allo spettatore deciderlo.


Commenti

Claudio Mariani


Bravissimi gli attori e bello...tutto. Forse troppo. Un po` di "sporcizia" in piu` ci sarebbe stata bene.