John Krasinski IF - Gli Amici Immaginari
2024 » RECENSIONE | Fantastico | Commedia
Con Ryan Reynolds, Emily Blunt, Cailey Fleming
21/05/2024 di Roberto Codini
Un mostro sorridente sbuca fuori dall’armadio e subito viene in mente Monsters and co., il bel film della Pixar dove i bambini venivano svegliati dagli “spaventatori”. Ma le buffe creature di IF. Gli amici immaginari non sono mostri ma angeli custodi, non spaventano i bambini, ma li accompagnano, come l’armadillo di Zerocalcare. A un certo punto i bambini crescono e gli “amici immaginari” restano senza bambino, riunendosi insieme nelle case dell’infanzia in attesa del loro ritorno.
Il film di John Krasinski è solo apparentemente per bambini, è per tutti, i protagonisti sono i bambini, o meglio una bambina, Bea (la bravissima Cailey Fleming) che deve affrontare la morte della madre e la malattia del padre, il quale prova a sdrammatizzare, ma deve affrontare un delicato intervento al cuore (“Sono solo rotto”, dice alla figlia), e per questo torna a casa con la nonna e ritrova il suo di amico immaginario Cal (Ryan Reynolds), che ora è capocomico di un gruppo di buffissimi “IF”, capitanati da Blue (che in realtà è viola), in cerca dei loro bambini.
Il ricordo, proprio come nel bel film della Pixar, è essenziale per mantenere vitali creature nate dalla nostra stessa immaginazione: avere memoria di cosa significhi essere bambini porta a un’avventura nella quale Bea conoscerà un gruppo di “If”, amici immaginari rimasti senza “proprietari” e, insieme al vicino Cal, cercherà il modo di ricollocarli, cercando nuovi bambini a cui affidarli, prima di venire dimenticati e scomparire per sempre, come le anime dell’aldilà messicano di Coco.
Solo il ricordo può tenere viva l’immaginazione e far riapparire quelli che sono stati migliori amici dei bambini, che li hanno accompagnati nella loro crescita, stando loro vicini, quando hanno perso i loro cari.
Dopo aver visto questo film, davvero commovente, sarà inevitabile pensare alla nostra infanzia e sforzarci di ricordare chi fossero i nostri “amici immaginari”, nella speranza, un giorno, di poterli incontrare di nuovo e con la certezza che, nonostante tutto, sapranno riconoscerci.