Jesus Franco

Horror

Jesus Franco LA MALEDIZIONE DI FRANKENSTEIN


1972 » RECENSIONE | Horror
Con Howard Vernon

di Alessio
Il malvagio conte Cagliostro, con l'aiuto della bella vampira cieca Melissa, cerca di realizzare la donna definitiva mettendo insieme pezzi di corpi di varie donne, allo scopo di creare, tramite il mostro di Frankenstein, una nuova razza.
Questo film di Jesus Franco è un film che sebbene sia decisamente grossolano riesce a coinvolgere lo spettatore al gioco sornione del regista e rivelarsi tutto sommato una visione piacevole. Lo stile di Franco è, in questo caso, viziato dal basso budget e di conseguenza gioca tutto sugli aspetti visivi dell’opera, narrando gli avvenimenti in modo visionario, lasciando intuire più che vedere direttamente. Attraverso dei movimenti di macchina dai ritmi avvolgenti e con delle inquadrature di sequenze immerse perennemente nella nebbia, Franco crea un film torbido, a metà tra sogno e realtà, dove la morbosità dei protagonisti si espande sullo schermo grazie ai primissimi piani sui particolari e il gusto per i campi totali e le architetture schiaccianti.
Malgrado la storia possa essere considerata quanto meno rappezzata, il regista rappresenta le situazioni di un piccolo universo malato e irrecuperabilmente crudele, lasciando da parte qualsiasi tentativo di umorismo e dando libero sfogo alle scene che, più che macabre, hanno sempre un che di malsano. Memorabile la figura di Melissa, una vampira cieca che trasmette magneticamente agli altri le volontà di Cagliostro, capace di dilaniare i cadaveri e che fiuta l'odore della carne (quando aggredisce qualcuno emette delle grida assordanti). Da ricordare sono anche le numerose volte che il povero scienziato che ha dato vita a Frankenstein viene risvegliato dalla morte, in un gioco tra il comico e il tragico dove lo sguardo del regista è capace di farci ridere e inorridirci allo stesso tempo. Per finire è molto bella tutta la scena della ribellione del mostro, dotata di un gran ritmo dovuto all'ottimo montaggio.
I personaggi sono dunque delle caricature eccessive che il regista inserisce nella medesima inquadratura creando una visione d’impatto dirompente. Il senso di disturbo che ne deriva è totale, spiazzante, mentre l'unico sentimento che emerge da questo accumulo di scene è il nero della morte.
L'artigianato anche in questo film è la garanzia di un'opera d'autore e non semplicemente la mancanza di possibilità di realizzazione. Probabilmente con una sceneggiatura più plausibile Franco avrebbe realizzato un’opera superiore, ma per fortuna sa essere un signor regista e anche dalle trame più stupide e sgangherate riesce a trarre delle scene memorabili. Da vedere.