Deve averci preso gusto Fanny Ardant! Dopo i racconti sentimental/erotici del compagno Michele Placido nell’algido ed irrisolto “L’odore del sangue” di Mario Martone, nel film “Nathalie…”, della regista Anne Fontane, diventa la subdola artefice e silenziosa spettatrice delle avventure di letto del marito e della sua giovane amante. La Ardant veste i panni di Catherine, donna borghese sposata (felicemente?) con l’infedele Bernard (un sottomesso e sottotono Gerard Depardieu). Scoperto per l’appunto una sua scappatella, la donna non si rassegna o si abbandona a languidi piagnistei o recriminazioni di sorta ma ordisce un singolare piano: conosciuta in un night l’entreneuse Marlene (la bellezza di Emmanuelle Beart al suo massimo!), la paga per andare a letto con suo marito e poi farsi raccontare tutto, anche i dettagli più intimi. Film di parole, di sguardi e gesti sommessi, “Nathalie…”, pur indagando un tema altamente “caldo”, non coinvolge e seduce riducendoci ad annoiati spettatori di un triangolo amoroso paradossalmente freddo e logorroico. La regista Anne Fontane, impegnata in un’estenuante lavoro di sottrazione e forse fidandosi troppo ciecamente del potere immaginifico del non detto, punta addosso la sua macchina da presa su tre icone del cinema francese che non riescono mai a scrollarsi da dosso l’allure del loro ruolo di star per riuscire ad indossare i panni di personaggi prevedibili e poco credibili nel loro girotondo di amorosi sensi.