Shine A Light - Field Recordings From The Great American Railroad<small></small>
Americana • Folk • Roots Songwriting

Billy Bragg & Joe Henry Shine A Light - Field Recordings From The Great American Railroad

2016 - Cooking Vinyl

01/10/2016 di Luciano Re

#Billy Bragg & Joe Henry#Americana#Folk

“sembrava il treno anch'esso un mito di progresso, lanciato sopra ai continenti”

Del tutto improbabile che Billy Bragg, nativo di Barking, sobborgo di Londra, e Joe Henry, nato a Charlotte, North Carolina conoscano l’epopea anarchico – appenninica narrata dal maestro Francesco Guccini ne La Locomotiva, ma l’idea che ha ispirato questo Shine A Light – Field Recordings From The Great American Railroad non pare in fondo distante da quella espressa nel verso riportato in epigrafe e estratto, appunto, dal chilometrico capolavoro gucciniano.

A conferma di ciò le dichiarazioni rilasciate nelle diverse interviste rilasciate per la presentazione dell’album, in cui i due musicisti analizzano l’impatto storico e sociale dell’introduzione del sistema di trasporto ferroviario nei rispettivi Paesi di origine, che ha consentito una mobilità di uomini e merci sino ad allora limitata al raggio d’azione dei cavalli o, in subordine, alla disponibilità di un corso d’acqua navigabile, molto prima dell’arrivo delle automobili o degli aeroplani ad amplificare ulteriormente questa opportunità, con una drastica ricorrenza dei tempi di percorrenza.

Sintetizza così il concetto Billy Bragg: “La ferrovia è stato il modo in cui la gente comune ha sperimentato la rivoluzione industriale, di prima mano. Improvvisamente si poteva smettere di essere un mezzadro e prendere la ferrovia e andare a Chicago e lavorare in una fabbrica”. [i]

Ed è certamente vero che la costruzione della ferrovia è parte integrante del mito fondante degli Stati Uniti d’America e del progressivo spostamento a Ovest della loro frontiera, di cui fecero le spese, in diversa misura, i nativi americani, i piccoli proprietari terrieri e, non ultimi, i bufali sino a allora padroni incontrastati delle grandi pianure americane e condannati ad una sostanziale estinzione dall’avanzare della strada ferrata: a testimoniarlo una ricca bibliografia in materia, con diversi titoli tradotti e pubblicati anche in Italia (a mia memoria, La Più Grande Impresa del Mondo a firma dell’insigne storico Stephen Ambrose e Un Fischio nella Prateria di Dee Brown, autore anche del celebratissimo Seppellite il mio Cuore a Wounded Knee).

Inevitabile quindi che l’epopea della ferrovia sia entrata a pieno titolo nell’immaginario collettivo riguardante l’America su entrambe le sponde dell’Oceano: basterebbe citare, rimanendo in casa nostra, il capolavoro (non solo spaghetti) western di Sergio Leone – ovvero C’era Una Volta il West – interamente costruito sulla vicenda della costruzione di una linea ferroviaria e la memorabile sequenza dell’arrivo di Jill – ovvero Claudia Cardinale, nientemeno– alla stazione di Stillwater sulle note di Ennio Morricone.

Facile intuire, a questo punto, come anche la musica popolare nelle sue diverse declinazioni abbia fornito il proprio contributo a questa costruzione collettiva di una vera e propria mitologia ferroviaria, attraverso una nutrita serie di canzoni o di interi album (su tutti, ovviamente, Ride This Train, inciso da Johnny Cash nel 1960) in cui il treno assurge al ruolo di protagonista.

Ed è proprio a questa ricca tradizione che Billy Bragg e Joe Henry (coppia non del tutto inedita, essendo stato Joe Henry produttore dell’ultimo album in studio del collega britannico) rendono omaggio tramite questo Shine A Light: tredici canzoni prelevate da epoche e luoghi diverse, che mettono in fila alcuni dei numi tutelari della musica americana – Jean Ritchie, Leadbelly, Hank Williams, Woody Guthrie – sino a arrivare ai più recenti John Hartford (autore di Gentle on my Mind) e Gordon Lightfoot, la cui Early Morning Rain viene posta, forse non a caso, a chiusura del disco, in virtù di un verso in cui appare sì un aeroplano ma “you can’t jump on a jet plane like you can a freight train”, quasi a voler affermare che la libertà di fuga garantita dal treno non può essere messa in discussione neppure dal progresso tecnologico.

Per ognuna di esse, così come per i luoghi delle registrazioni, dettagliate informazioni nel bellissimo booklet che correda il CD.

Particolarità del progetto, come evidenziato dal sottotitolo, le registrazioni sul campo, realizzate in una serie di stazioni ferroviarie lungo il tragitto da Chicago a Los Angeles compiuto, ovviamente in treno, dai due musicisti nella scorsa primavera.

Ne consegue una scelta stilistica scarna ed essenziale e una forma sonora ridotta ai minimi termini: le due chitarre e le due voci registrate in presa diretta negli spazi delle stazioni suddette – Chicago, Saint Louis, Forth Worth, San Antonio, Alpine, El Paso, Tucson, Los Angeles – con i rumori di fondo delle stazioni medesime dei loro dintorni che fanno capolino nelle incisioni.

Diversi gli episodi, oltre a quelli già citati degni di menzione, partendo da The L & N Doesn’t Stop Here Anymore, passando dalla classicissime (forse il brano più noto del disco) The Midnight Special e Lonesome Whistle sino ad arrivare a Hobo's Lullaby, reperto sonoro della Grande Depressione degli anni Trenta , e la John Henry affrontata da Billy Bragg con il suo migliore piglio barricadero, in un disco comunque da gustare nel suo insieme.

Una sola eccezione, riguardo all’ambientazione delle registrazioni: a San Antonio, Texas, in attesa di una coincidenza ferroviaria Billy Bragg e Joe Henry si infilano in un luogo mitico della musica popolare, il Gunter Hotel, dove Robert Johnson realizzò le sue storiche registrazioni, e registrano la loro versione di Waiting For A Train di Jimmie Rodgers, figura leggendaria del country americano, di professione frenatore di treni.

E così, il viaggio ferroviario si trasforma in altro, ovvero in un’immersione nella Old Weird America, la repubblica invisibile narrata da Greil Marcus – non a caso citata anche nelle note di copertina –, habitat naturale dell’Anthology Of American Folk Music di Harry Smith e, più tardi, dei Basement Tapes registrati da Bob Dylan con la Band nelle colline di Woodstock: un viaggio, insomma, alla radice del suono americano.

Da segnalare, infine, come il progetto discografico sia accompagnato da una serie di video, reperibili sul sito dedicato (http://shinealight-joehenry.billybragg.co.uk/) o su Youtube, girati in bianco e nero negli spazi affascinanti delle stazioni ferroviarie visitate da Billy Bragg e John Henry nel loro itinerario: ne consiglierei vivamente la visione ai responsabili dell’italico progetto delle Grandi Stazioni, grazie al quale, in nome di un pur doveroso recupero, le storiche stazioni ferroviarie italiane – partendo dalla Centrale di Milano – sono state trasformate nell’ennesima versione riveduta e nemmeno troppo corretta dei troppi centri commerciali già presenti nel nostro Paese.

[i] "Joe Henry and Billy Bragg On Their Forthcoming “Railroad Record,”Shine A Light” su http://americansongwriter.com

Track List

  • Rock Island Line
  • The L&N Don’t Stop Here Anymore
  • The Midnight Special
  • Railroad Bill
  • Lonesome Whistle
  • KC Moan
  • Waiting For A Train
  • In The Pines
  • Gentle On My Mind
  • Railroading On The Great Divide
  • John Henry
  • Early Morning Rain