Memoria - le foto di James Nachtwey

Memoria - le foto di James Nachtwey


27/12/2017 - News di Luigi Lusenti

“La passione di Cristo” è un madre del Darfur che veglia il figlio morto. L'autore della foto è James Nachtwey, uno dei più grandi fotografi del mondo, l'erede naturale di Robert Capa. Se volete vederla andate a Palazzo Reale, a Milano. C'è tempo fino a quattro marzo del 2018 ma preparatevi a un pugno allo stomaco.

Ho voluto diventare fotografo per essere un fotografo di guerra. Ma ero guidato dalla convinzione che una fotografia che riveli il volto vero della guerra sia quasi per definizione una fotografia contro la guerra”: sono le sue parole esposte a chiusa della mostra. E sono anche il senso di una esperienza iniziata nel 1976 e che lo ha portato in tutto il mondo. La sua infanzia è stata segnata dalle grandi battaglie dei diritti civili che attraversano l'America degli anni sessanta. Martin Luther King, Malcolm X, la rivolta degli studenti di Berkeley, l'opposizione alla guerra del Vietnam.

A quei tempi – ha detto durante la conferenza stampa di presentazione della mostra di Milano - i politici raccontavano una cosa e i fotografi ne mostravano un'altra. Io credevo più ai fotografi che ai politici.” Diventare testimone della verità fu la sua scelta fin da giovane. E lo ha fatto dal Libano, al Salvador, dalla Bosnia a Darfur, dalla Somalia a Gaza con l'unico intento di fare vivere a chi vede le sue fotografie l'orrore della guerra, della violenza, dell'emarginazione.

Ogni suo scatto è un racconto completo, un romanzo epico capace di entrare nel cuore ma anche nella testa di chi osserva. Succede sia che fotografi la caduta del muro di Belino o i malati di Aids, un cadavere di donna nelle strade di Groznyi in Cecenia o le detenute di un carcere femminile americano condotte ai lavori forzati. Da quarantanni Nachtwey è un testimone dei nostri tempi. La bellezza incommensurabile delle sue foto invece che rendere più lieve il messaggio lo trasforma in uno strumento di lotta, per lui e per noi tutti.

Dobbiamo continuare a ricordare le cause scatenanti di ogni guerra e a chiederci il perché”: ha concluso James Nachtwey, la conferenza stampa di Milano. Quasi a dire “non venite a vedere foto di guerra, venite a compiere un atto di pace”.