Luigi Lusenti

Niet Voine - No alla Guerra

01/03/2022 di Luigi Lusenti

Serve protestare contro la guerra? E' una domanda che non ci siamo mai posti, convinti che certi valori sono imprescindibili al di là del risultato. Poi, come diceva Norbeto Bobbio, un piccolo granello di sabbia può mettere in difficoltà la macchina più perfetta.

Oggi la macchina perfetta è la Russia di Putin e il granello di sabbia le migliaia di persone scese in piazza in quasi 500 città russe, le centinaia di appelli e dichiarazioni di intellettuali, giornalisti, sportivi, politici. Tutti contro la guerra scatenata dallo zar del Cremlino.
Per solidarietà ai nostri colleghi partiamo dall'appello di Elena Cherenenko del quotidiano
Kommersant: “la guerra non è mai stata, e non sarà mai, un metodo per risolvere i conflitti: non c'è alcuna giustificazione per quanto sta accadendo.”

Oltre 200 le firme fra cui giornalisti della Novaya Gazeta, di Radio Echo Moskvy, di Kommersant e perfino due dell'agenzia ufficiale Tass e uno della televisione RT, la nota emittente di propaganda del regime.
La Novaya Gazeta (il giornale per cui scriveva Anna Politkovskaya, assassinata nel 2006) è uscita, per sottolineare il suo dissenso, in russo e ucraino con un editoriale coraggiosissimo nell'attacco a Putin del suo direttore Dmitry Muratov.
Nello stretto entourage di zar Vladimir sono due donne a levare la voce contro la guerra, la ex
moglie e la figlia del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Elzaveta Peskova, sul suo profilo
Instagram ha postato uno schermo nero con l'hashtag #noallaguerra lo stesso che sta riempiendo le bacheche e i profili social di molti russi.

A far sentire la sua protesta anche Tatiana Yumasheva, figlia dell'ex presidente Boris Eltsin.
E anche Daniil Medvedev diventato nel 2022 il numero uno del tennis mondiale davanti al tanto discusso serbo Novad Dokovic.
Con loro la terza figlia del magnate russo Roman Abramovich, Sofia. Su Instagram ha pubblicato il seguente commento: “La Russia vuole la guerra in Ucraina. E' la bugia più grande e di maggiore successo della propaganda del Cremlino”.
Un altro oligarca, Oleg Deripaska, esponente di spicco dell'industria dei metalli russa con l'azienda Basic Element, considerato molto vicino a Putin, ha invocato la pace subito.
Elena Kovalskaya, direttrice del teatro statale Meyerhol di Mosca, si è dimessa dal suo ruolo: “Non puoi lavorare per un assassino e ricevere da lui lo stipendio”, ha scritto su Facebook.
Le petizioni per dire no al conflitto si stanno moltiplicano in questi giorni. L'attivista per i diritti umani Lev Ponomarev ne ha pubblicata una sul sito Change.org, chiedendo la fine dell'invasione russa. Mezzo milione di firme in poco più di 24 ore.

Di ugual tono la lettera scritta da un gruppo di ricercatori e giornalisti scientifici russi: “Si tratta di una decisione fatale che causerà enormi perdite umane e minerà le basi del sistema di sicurezza collettiva”, recita il testo firmato da oltre 2mila studiosi, “la responsabilit per aver scatenato una nuova guerra in Europa ricade interamente sulla Russia”.
Non è da poco. Molti dei firmatari sono membri d'istituzioni statali quali l'Accademia delle Scienze russa. Fra loro Andrei Geim e Konstantin Novoselov, vincitori del premio Nobel nel 2010, per gli studi sul grafene.
Dal carcere dove è rinchiuso da mesi Aleksei Navalny è riuscito a far arrivare questa dichiarazione: “Sono contro questa guerra e faccio un appello al mondo perché la fermi: servirà solo a impoverire ulteriormente i russi e causerà un gran numero di vittime. Questa guerra tra Russia e Ucraina Il èstata scatenata per coprire la rapina commessa ai danni dei cittadini e per distogliere la loro attenzione dai problemi che esistono all'interno del Paese, dal degrado dell'economia.”

Anna Netrebko una delle più celebri cantante del mondo, amica personale di Putin, ha scritto su Facebook “Ho preso del tempo per riflettere perché questa situazione è troppo seria per
commentarla senza dare un vero pensiero. Prima di tutto: sono contro questa guerra. Sono russa e amo il mio paese ma ho molti amici in Ucraina e la mia pena e sofferenza mi spezzano il cuore. Voglio che questa guerra finisca e che la gente viva in pace. Questa è la mia speranza e prego per questo.”
Più duro e senza ambiguità la denuncia di Danila Kozlovsky, noto attore produttore. Ha postato un lapidario “No alla guerra” aggiungendo poi: “Ho sempre creduto che patriottismo sia dire la verità… Ora è il momento. Mi chiederete: dove sei stato in tutti questi anni? Risponderò: e dove, perdio, siete stati voi?”.

L'elenco, per fortuna diventa lungo: persino Miss Russia 2009, Ksenja Shipilova. E ancora idoli musicali come Valery Meladze e Zemfira Ramazanova. E la blogger Anastasia Ivleev.
“Niet voine “, no alla guerra, lo scrivono su Instagram molti sportivi, dalla pattinatrice Evgenia Medvedeva alla pallavolista Katya Gamova.
Ilya Matveev e Ilya Budraitskis, docente di San Pietroburgo il primo, saggista di Mosca il secondo, alla fine di un lungo articolo apparso su jacobinmag.com. il 25 febbraio e ripubblicato in Italia, sulla pagina web del Movimento per il socialismo, hanno scritto parole molto chiare: “La sinistra di tutto il mondo ha bisogno di unirsi intorno a un messaggio semplice: no all’invasione russa dell’Ucraina. Non c’è alcuna giustificazione per le azioni della Russia; esse porteranno sofferenza e morte. In questi giorni di tragedia, chiediamo la solidarietà internazionale con l’Ucraina.”
Per finire questa carrellata, e per la prima volta in vita mia spero di avere prodotto un servizio incompleto perchè prevedo che l'elenco diverrà più lungo, le parole di Grigorij Javlinskij, economista e leader di Jabloko, partito liberale russo.
“A coloro per cui la vita delle persone - russi, ucraini - non è indifferente, voglio dire questo:
bisogna contrastare la guerra con tutte le forze, e spiegare la cosa più importante: questa guerra diventerà un suicidio per la Russia. Sarà una tragedia per l’Ucraina. Ma per la Russia, per lo Stato nella sua forma attuale, sarà la fine”.

Ma l'opposizione è anche fra la gente e nelle strade. Il 40% dei russi, secondo un sondaggio,è contro la guerra. Una minoranza ma non inifluente in un paese guidato dal Cremlino col pugno di ferro. Al referendum per l'approvazione della nuova costituzionme russa, quella che ha dato poteri quasi a vita a Vladimir Putin, il consenso fu vicino all'80%.
Finisco ricordando che le femministe russe contro la guerra hanno aperto uncanale Telegram in russo per dare informazioni e supporto a chi viene perseguitato per le sue posizioni pacifiste e riportando i dati di Amnesty International sulle manifestazione e sulla repressione di questi giorni in Russia.
Il 24 febbraio l’organismo di controllo sui media Roskomnadzor ha ordinato a tutti gli organi
d’informazione di riferire sull’invasione dell’Ucraina solo attraverso le fonti ufficiali dello stato.
Per i portali che violeranno l’ordine si prevedono sia il blocco degli accessi che multe fino a 60.000 euro.
Il 28 febbraio Roskomnadzor ha bloccato il sito di Nastoyashchee Vremya (Tempi attuali), un
portale collegato a Radio Free Europe / Radio Liberty, per aver diffuso “notizie infondate” sul
conflitto.

Il 27 febbraio l’ufficio del Procuratore generale ha diffuso una nota minacciando l’incriminazione di “alto tradimento” per chi fornirà qualsiasi tipo di “assistenza a uno stato estero, a un’organizzazione estera o internazionale o a loro rappresentanti in attività dirette contro la sicurezza della Federazione russa”.
Nei primi quattro giorni di invasione, la polizia russa ha regolarmente usato la forza per disperdere le proteste. Secondo l’organizzazione non governativa per i diritti umani Ovd-Info, sono stati arrestati oltre 5900 manifestanti in 67 città. Il 24 febbraio il filosofo politico Grigory Yudin è stato picchiato dalla polizia, ha perso conoscenza e ha trascorso un breve periodo di tempo in ospedale.