I dieci film candidati all`Oscar 2024™: non solo spettacolo!
Si sta avvicinando la Notte degli Oscar 2024™, e forse mai come quest'anno i dieci film in gara per aggiudicarsi l'ambito riconoscimento hanno presentato una qualità media tanto alta. Da anni non si vedevano prodotti tanto ricchi di contenuti, attori in stato di grazia, varietà di argomenti e generi (anche se la commedia è ancora poco rappresentata). È comunque possibile una sintesi dei temi, che rappresentano anche una sorta di termometro della nostra società, nelle sue proposte mainstream. Ci proviamo?LAURA BIANCHI
American Fiction, Anatomia di una caduta, Barbie, The Holdovers, Killers of the Flower Moon, Maestro, Oppenheimer, Past Lives, Povere creature!, La zona d'interesse: questi sono i dieci candidati agli Oscar 2024™ come miglior film. La competizione si preannuncia serrata; e la qualità media, quest'anno, è davvero altissima. Non è possibile, né importa poi molto, avanzare pronostici; di qualche film abbiamo già ampiamente analizzato aspetti tecnici e contenutistici, e di altri sono in arrivo recensioni e confronti con i romanzi che li hanno ispirati. Ma da sempre il riconoscimento per il miglior film costituisce anche un elemento importante per misurare la temperatura sociale, oltre che artistica, delle produzioni mainstream, e occorre riflettere su alcune caratteristiche comuni.
NOTA DELLA REDAZIONE: pur nel rispetto dei generi, si è scelto di usare il maschile plurale, anziché concordarlo anche al femminile, per rendere maggiormente agile la lettura.
1. Oltre lo spettacolo.
I dieci titoli, pur con sfumature molto diverse tra loro, si riappropriano di una tensione all'impegno, e desiderano fare riflettere lo spettatore, superando la tendenza al sentimentalismo e al focus esclusivo sull'approfondimento delle dinamiche interpersonali. Non si intende dire, con questo, che l'aspetto psicologico ed emotivo sia trascurato, anzi; i registi, i produttori, gli artisti in genere hanno nel complesso costruito opere stratificate, da leggersi in modo molto articolato. Lo spettatore, che chiede a un film prevalentemente spettacolo monumentale e ricche produzioni, trova, ad esempio, in Killers of the Flower Moon, Oppenheimer, Barbie, Povere creature! un immaginario ampio, scenografie maestose, fotografia scintillante, montaggio accurato, colonna sonora firmata da insigni musicisti (menzione di lode per lo scomparso Robbie Robertson, autore del suono dell'opera di Scorsese). Ma, oltre l'aspetto puramente spettacolare, tutti e dieci film rivelano una complessità di tematiche e di messaggi che stimola la discussione e la riflessione.
2. Umanità e storia.
L'essere umano in relazione con l'ambiente, soprattutto sociale, che lo genera, lo accoglie, o lo respinge, è il vero focus di tutte le opere. Anche Barbie? Certo, perfino Barbie, anzi, soprattutto Barbie; il rapporto tra i generi e gli stereotipi che li condizionano è dominante nell'unica commedia presente nella decina, che illumina l'eterno tema uomo - donna di ironia, parodia, paradosso, con una prospettiva ribaltata, straniante, immersa nella contemporaneità, eppure capace di uscire dall'attualità per diventare paradigma. Un film multistrato, che, al di là delle polemiche sulla sua brandizzazione, suscita riflessioni non solo binarie, sfiorando il tema queer, e rendendolo accessibile a tutti. E ha riportato tutti - ma proprio tutti - al cinema.
Anche American Fiction, Past Lives, o The Holdovers? Certo; perché il primo affronta di petto il tema degli afroamericani, distruggendone tutti i presupposti politically correct, prendendo il punto di vista di un gruppo di neri lontani dal cliché gangsta-rapper-bassifondi, e ribaltandone la percezione, con un affondo caustico sullo show business, che sia letterario o cinematografico. Il secondo racconta dello scontro tra culture, privilegiando la cifra sentimentale, ma in realtà problematizzando proprio lo sradicamento di un soggetto che va verso l'Occidente rinnegando l'Oriente, e il successivo tentativo di risarcimento. Il terzo sceglie la commedia drammatica, di stampo teatrale, dai dialoghi brillanti, per inscenare il rapporto tra generazioni e classi sociali, in un'America dilaniata dalla guerra del Vietnam, con un'interpretazione originale dell'idea di outcasts, o holdovers - tema, questo, presentato anche da Killers of the Flower Moon o Oppenheimer - e dello stigma sociale della malattia mentale e della diffidenza nei confronti dello straniero o del diverso, preponderante nell'algida e problematica regia di Anatomia di una caduta.
3. La ricerca di senso (se c'è)
Sette film su dieci sono tratti da un libro, e intrattengono quindi un legame strettissimo con la letteratura, che da sempre si fa carico dell'indagine sul senso della vita, e sulle sue ipotesi. Prendiamo ad esempio Maestro: sembra una biografia sull'immenso Leonard Bernstein e sulle sue scelte intime. O il potentissimo, straniante La zona d'interesse: sembra il racconto della convivenza della famiglia di un comandante delle SS che vive in una linda villetta attigua al lager di Auschwitz. O ancora, Povere Creature!: sembra la storia fantasy di una sorta di Creatura, assemblata da un Dottor Frankenstein, alla conquista della propria libertà.
Invece, il campo di visuale proposto dalle opere si allarga a riflessioni molto ampie, sulla bisessualità e la creatività, sull'indifferenza, sul libero arbitrio, interrogandoci individualmente, come spettatori, ma soprattutto esseri umani, e strattonando l'ambientazione storicizzata (la metà del Novecento; la seconda guerra mondiale; l'Inghilterra vittoriana) per inserirla in un'attualità perenne, che continua - e continuerà - a provocare la nostra risposta. Qual è, ad esempio, la nostra zona d'interesse, che ci spinge a voltarci dall'altra parte e a non pensare, per non vedere i conflitti e le inguistizie che ci assediano? E quanto desideriamo essere liberi davvero, senza farci imbrigliare da convenzioni e steccati moralistici o mentali?
4. Women power
Chi scrive ha in odio i termini e i luoghi comuni che si sono ripetuti lungo tutto l'anno, riguardanti la questione di genere, e non li ripeterà nemmeno in questa sede. Certo è che i dieci film contengono tutti questa tematica, a volte esplicitamente, altre sottotraccia, ma comunque danno alle attrici un ruolo centrale nello sviluppo dell'azione. E ognuna ha donato la propria cifra all'opera, aumentandone la portata, e, si potrebbe dire, alzandone la temperatura emotiva. Anche se non sono state nominate (del resto, le candidature come migliore attrice protagonista e non protagonista sono solo cinque), occorre dare onore al merito a Erika Alexander (determinante nello scolpire l'evoluzione del protagonista di American Fiction), Margot Robbie (una Barbie perfettamente nel ruolo di ex bambola che conquista una propria consapevolezza), Sandra Hüller (una madre nevrotica, complessa, sia in La zona d'interesse, sia in Anatomia di una caduta), Lily Gladstone (sguardo parlante, dolente, in Killers Of The Flower Moon), Da'Vine Joy Randolph (sofferta e ironica insieme, in The Holdovers), Carey Mulligan (in Maestro, la complice di vita e arte di Bernstein), Emily Blunt (altra consapevole moglie dell'impenetrabile Oppenheimer), Greta Lee (che restituisce ambiguità alle scelte della protagonista di Past Lives), e, ci permettiamo di dire, l'incredibile Emma Stone, che, in Povere Creature!, riassume in sé tutto il genere umano, maschile, femminile e pure queer, nel suo ancestrale bisogno di amore e libertà.
5. Per concludere...al cinema!
E, anche se alcune di queste opere sono subito apparse in streaming, il grande merito dell'ondata cinematografica 2024 è stato il suo essere transmediale, suscitando dibattiti e riflessioni sui social e sui media, e quindi l'aver riportato al cinema il grande pubblico. Barbie si piazza, per ora, al quattordicesimo posto tra i film piú visti nella storia del cinema, e il primo diretto da una donna (Greta Gerwig); ma molti altri film di questa decina passeranno alla storia. Una previsione in tal senso? La zona d'interesse: per aver saputo allontanarsi dalla storia contingente, e dal genere del film sull'universo concentrazionario, per costruire un apologo metaforico, che vibrerà anche a distanza di decenni.
Con queste premesse, attendiamo con fiducia non solo il responso della Academy, ma un rinnovato impegno per le produzioni destinate all'Oscar 2025.
CLAUDIO MARIANI
Concentrandoci sul premio più importante, quello del miglior film, una considerazione nasce spontanea: essere passati alle 10 candidature ha fatto bene o no al cinema e alla sua manifestazione a premi più conosciuta? Guardando gli ultimi anni, la risposta sarebbe un "no", netto e categorico, quando, per completare la decina, si tiravano dentro film anonimi come riempitivi, in pratica si faceva fatica a trovare delle pellicole degne di candidatura. Però l'impressione è che quest'anno la scelta sia stata più facile: la qualità è alta per quasi tutte le opere, anche quelle minori, e ciò permette di avere una visuale più ampia verso generi e cinematografie diversissimi tra loro, sia come tematiche, sia come modo di affrontare il mezzo cinematografico.
Vediamo brevemente i candidati, in alcuni casi -quando possibile - raggruppandoli:
Grandi produzioni che vivono in quella zona virtuale tra il classicismo e la capacità di revisionismo della storia americana > Oppenheimer, Killers Of The Flower Moon
Solito film da botteghino che strizza l'occhio alle nuove generazioni > Barbie
Opere più compassate che parlano di minoranze o scontri fra culture > Past Lives, American Fiction
L'immancabile biopic > Maestro
Film di sensibilità europea, adatti ai nostri festival > Anatomia di una caduta, La zona d'interesse
Piccolo film che si basa sul protagonista > The Holdovers
Pellicola inclassificabile, un po' da botteghino, un po' d'autore, un po' geniale e un po'...furba > Povere Creature!
Insomma, ce n'è veramente per tutti i gusti. Le tematiche spaziano, ma in genere l'impegno la fa da padrona, in almeno 7/8 opere, e questo è molto positivo. Sarà un caso? Speriamo di no, e speriamo anche che non sia il frutto della nuova politca del politicamente corretto e dell'inclusione esasperata.
Sulla vittoria è invece impossibile fare previsioni: che piaccia o meno, negli ultimi anni si sono viste sorprese inaspettate, e questo è un segnale importante, con almeno 5 candidati e 2 outsider a giocarsela.
Certo, nell'Academy di 15 anni fa, che prevedeva 5 candidature, queste sarebbero quasi sicuramente state Oppenheimer, Killers Of The Flower Moon, Barbie, Povere Creature! più una tra Past Lives e American Fiction, e avrebbe vinto il film di Nolan.
Insomma, come si suol dire, vinca il migliore...ma forse no, non è così importante. Facciamo invece che è meglio vederseli tutti -anche con calma, nessuno ci/vi corre dietro- e prendere quello che ci piace personalmente un po' da ogni film, creando il nostro personale Oscar!