Adesiva Discografica

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Adesiva Discografica In free download la compilation dei dieci anni (con intervista a Paolo Iafelice)

24/01/2016 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Adesiva Discografica#Italiana#Canzone d`autore

Per i dieci anni di attività dello studio dell’etichetta Adesiva Discografica, fondata dal produttore e fonico Paolo Iafelice (già al fianco di nomi come De André, Mannoia, Finardi, Capossela, Pacifico, ecc.), venti brani da scaricare gratis per una settimana, tra cui quattro inediti (dagli album in uscita nei prossimi mesi di Roberta Carrieri, Sara Velardo e un duetto di Luca Gemma e Marian Trapassi) e pezzi di Cesare Malfatti, Michele Anelli, Marco Iacampo, Airìn e altri ancora. Nello speciale trovate anche la recensione alla compilation e soprattutto un'interessante intervista a Paolo Iafelice.
Lo studio di Adesiva Discografica, etichetta fondata dal produttore e fonico Paolo Iafelice, compie dieci anni: li festeggia con un concerto speciale giovedì 28 gennaio alla Salumeria della Musica di Milano (via Antonio Pasinetti 4), un evento che vedrà sul palco tutti gli artisti che fanno parte del roster della label, ma anche con una compilation, che vi presentiamo in esclusiva in free download per una settimana. Essa contiene due brani per ogni nome dell’etichetta, ma anche ben quattro inediti, quelli di Roberta Carrieri (In fondo al cielo), dal nuovo disco in uscita i primi di aprile, Sara Velardo (Trageriaturia e Pigghimi ora, dall’album che sarà pubblicato i primi di marzo), e Marian Trapassi e Luca Gemma con La canzone dei desideri, registrata proprio per dare avvio alle celebrazioni dei dieci anni di attività.

La compilation racconta in qualche modo la storia dell’etichetta, è uno spaccato delle sue sonorità e una vetrina della musica di qualità prodotta e pubblicata da Adesiva Discografica. Prevale globalmente uno spessore cantautorale che si manifesta in canzoni spesso folk-rock, imperniate sulle chitarre acustiche, ma anche più elettriche o eclettiche; al di là delle possibili costanti che si può riscontrare, si è dinnanzi a personalità artistiche del tutto differenti, che manifestano la loro impronta anche nelle diverse venature e sfumature degli arrangiamenti, oltre che nei testi. Si passa così appunto dal nuovo arrangiamento de La canzone dei desideri di Luca Gemma (canzone del 2004 riproposta come duetto con Marian Trapassi con una partenza quasi rocksteady, chitarre quasi blues e synths e il consueto realismo ironico dell’ex frontman dei Rossomaltese) all’equilibratissimo, morbido e riflessivo folk dell’ottimo Marco Iacampo, in odore di Americana (di cui sono inclusi due brani del disco di debutto da solista del 2010)..

Più apertamente reggae gli Etnia Supersantos con L’escursione del Monte Sinai, tra serio e faceto, pensoso e ballabile; la band è presente anche con la divertente Cazzo, stasera alla disco!!, di cui all’epoca vi presentammo il video. Minimale e viscerale è il sound di Sara Velardo, che partecipa alla compilation con due brani da brividi in dialetto; gli altri due brani di Gemma, Blu elettrico e Cool Water (nuova versione in inglese di Verresti a sopravvivere con me), dai suoi dischi del 2012 e del 2015, dispensano rispettivamente ottime chitarre elettriche, fiati e una vocalità ormai quasi black. Grande, rara classe è sfoderata una volta in più da Cesare Malfatti, che attinge due pezzi avvolgenti e lucidi di un’eleganza di velluto tra i suoi due album dischi del 2014 e del 2015.

Airìn, al secolo Irene Maggi, ci offre un campione della sua delicatezza incantata (Regina) dei suoi cambi di ritmo, così come della sua auto-ironia che si veste di note di piano (il singolo Andare a un funerale), dal suo album d’esordio del 2009 che vedeva come ospiti Rodrigo D’Erasmo e Roberto Dellera. I pezzi di Luhh mescolano cantautorato, jazz e raffinatezza che sembra strizzare l’occhio ai grandi autori sudamericani (Il sabato e la domenica), oppure propongono un signore rock d’autore (430). Michele Anelli presenta due brani dal suo nuovo disco, Giorni usati, una lezione di stile ricca di atmosfera e attenzione ai dettagli, tanto da suonare quasi un classico. Marian Trapassi dimostra ancora una volta in più la sua esperienza in due brani dal testo originale che fanno dondolare tra arpeggi folk-rock suadenti o fiati jazzati. Intenso, al contempo poetico e realistico è il nuovo splendido pezzo di Roberta Carrieri, che anticipa il nuovo cd.

Pugliese d’origine, ma milanese d’adozione, Iafelice, dopo gli studi presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e alla Gateway School of Recording and Music Technology di Londra, ha lavorato per dieci anni negli studi Officine Meccaniche di Mauro Pagani a Milano; negli anni ha registrato e missato dischi di nomi come Fabrizio De André (Anime salve), Fiorella Mannoia, Eugenio Finardi, Roberto Vecchioni, Vinicio Capossela (Canzoni a manovella), Casinò Royale, Daniele Silvestri, Enzo Jannacci, Alberto Fortis, P.F.M., Fausto Rossi, Cristiano De André, Rosso Maltese, così come Luca Gemma e Pacifico come solisti, Pino Marino, Nicolò Carnesi e tanti altri ancora.

Lo abbiamo intervistato per sapere qualcosa di più di questi dieci anni di Adesiva Discografica, del percorso dell’etichetta, delle sue scoperte, dello "stile", di cosa significhi essere cantautori nel 2016 e degli artisti prodotti in questi anni.

Mescalina: Quando hai dato vita ad Adesiva, immaginavi già un lungo futuro per l’etichetta? Quanto insomma credevi che esperienza e determinazione avrebbero aiutato a portare avanti un progetto di qualità e quanto è stata eventualmente invece una scommessa all’inizio?

Paolo Iafelice: No, assolutamente, non avevo previsto nulla o comunque non era una scommessa la molla che aveva fatto partire tutto. Semplicemente volevo gestire da solo le mie produzioni, in autonomia, facendo quello che mi piaceva, senza compromessi, mettendoci dentro quello che sapevo fare, ed anche perché ero stufo di rimbalzare continuamente dai vari uffici A&R delle major. Poi certo la speranza di sfondare con un proprio artista c'era allora e c'è sempre ancora oggi.

Mescalina: Ci sono mai stati dei momenti di difficoltà in questi anni, considerando la situazione in cui versa il mercato discografico italiano?

Paolo Iafelice: Certo, sono stati tanti e ci sono tutt'ora. Mi ha salvato il fatto che ho sempre vestito molte casacche e negli anni passati ho utilizzato parte dei ricavi dello studio, ad esempio, o del mio lavoro di fonico, per foraggiare l'etichetta. Ultimamente sono arrivato ad una sorta di co-produzione con gli artisti, anche perché, come immaginerai, i ritorni dalla vendita dei cd e dal digitale sono per ora estremamente scarsi.

Mescalina: In tanti anni di lavoro alla produzione artistica, alla registrazione e al missaggio e in particolare in questi dieci anni di Adesiva Discografica, ti sei fatto una tua idea di cosa possa essere per te il talento? Cosa ti colpisce maggiormente in un artista? Se non fossero concetti altrettanto difficili da definire e parte anche questi dei “massimi sistemi”, a giudicare dalla compilation, si direbbe l’eleganza e lo “stile”.

Paolo Iafelice: In questi anni ho avuto la fortuna di lavorare con molti artisti, gente di grande talento, famosa o spesso, ahimè, sconosciuta. Mi è sempre piaciuto scoprire nuovi talenti e mi piace tutt'ora. Il talento in chi scrive canzoni, ad esempio, lo riconosco quando oltre ad un bel pezzo intravvedo una testa pensante e un mondo intero, un punto di vista personale nel racconto, a volte sghembo, anche sulle cose più banali (canzone leggera); una capacità di distillare in poche parole le cose che alla fine, da umani, proviamo tutti. Quando sento queste cose mi emoziono sempre.

Poi certo una bella canzone la possono azzeccare in tanti, ma se è un elemento isolato tutto finisce lì.

E l'eleganza e lo stile che citi tu, beh, francamente non ci avevo mai pensato, ed è stata un po’ una sorpresa averli scoperti anch'io come elementi presenti in tutti gli artisti della compilation.

Mescalina: Nello specifico, a tuo avviso, cosa può far spiccare al livello qualitativo un disco cantautorale? Ogni tanto il cantautorato è al centro di mode effimere, tra revival vari, lo-fi, semitributi o presunte ascendenze nobili; eppure forse serve piuttosto un certo peso specifico, una certa profondità, perché abbia un senso essere cantautori oggi (posto che anche la leggerezza può essere, talora, un valore…).

Paolo Iafelice: Io non ne farei un discorso di pesantezza o leggerezza. Per me c'è sempre prima di tutto la scrittura. Io do grande importanza alla qualità della canzone in sé, a quello che dice, a quello che mi comunica la voce. Il vestito, cioè i suoni, l'arrangiamento, per me è sempre secondario. Infatti penso di essere rimasto uno degli ultimi a voler ascoltare sempre i provini chitarra e voce.


Mescalina: Quali sono le soddisfazioni maggiori che hai avuto in questi dieci anni? C’è stato qualche riconoscimento, qualche apprezzamento in particolare letto sulle riviste di settore, qualche riscontro ottenuto da uno degli artisti che ti ha colpito e fatto piacere più di altri?

Paolo Iafelice: Devo dire che quasi sempre abbiamo avuto grandi apprezzamenti ed ottime recensioni, e questo fa sempre piacere. Non posso dire altrettanto delle vendite e della diffusione in generale e questo per contrasto è sempre piuttosto frustrante.

Con l'ultimo disco di Luca Gemma ad esempio, che decidemmo di cantare in inglese, stiamo riuscendo ad andare a suonare all'estero e infatti a fine febbraio partiremo per l'Australia per una mini tournée di quindici giorni.

Mescalina: Sei mai stato sorpreso dall’accoglienza di un disco che avevi prodotto? Ti è capitato di aspettarti un’acclamazione e notare che invece un album fosse sottovalutato da pubblico e critica, oppure viceversa di scommettere sul lavoro di un artista e poi renderti conto che suscitava reazioni anche più positive rispetto alle aspettative?

Paolo Iafelice: Ricordo il primo disco di Pacifico, la mia etichetta ancora non c'era, ma l'avevo scoperto e prodotto. Ricordo gli innumerevoli e inutili appuntamenti con i vari direttori artistici delle major e il fatto che non si riusciva a strappare, malgrado tutti riconoscessero le qualità dell'artista e del disco, nessun aiuto, tantomeno un contratto. Quello fu un periodo lungo e piuttosto frustrante, ma ampiamente ripagato quando con l'ingresso di Ponderosa Music e di Riccardo Vitanza di Parole e dintorni, l'ufficio stampa, e poi della Carosello con Claudio Ferrante, il disco finalmente prese quota e ascoltare spesso su Radio Deejay il singolo fu una gran bella soddisfazione.

Mescalina: Hai assistito e assisti alla crescita artistica e alla maturazione di tanti nomi: sei mai stato piacevolmente meravigliato dal percorso nel tempo di uno degli artisti che seguivi come produttore? Mi viene in mente l’esempio di Luca Gemma; lo seguo da sempre ed è evidente una volta in più il lavoro che ha fatto sulla sua voce se si confronta la versione originaria de La canzone dei desideri (2004) e la nuova versione, prodotta da voi due, cantata con Marian Trapassi e registrata dando inizio ai festeggiamenti dei dieci anni di Adesiva. Oggi ha una vocalità così fluida e curata da sembrare quasi black.

Paolo Iafelice: Luca Gemma ha fatto in questi anni un grande lavoro, soprattutto di sottrazione. Ci siamo resi conto che ogni qual volta la sua voce era circondata da troppe cose, troppi strumenti, troppo arrangiamento, perdeva in comunicazione, in emozione. Oggi spogliata di tutto o quasi, ha una forza e una autorevolezza davvero compiuta, matura. Io credo che Luca oggi sia finalmente arrivato al culmine del suo talento e in futuro ci darà cose bellissime.

In generale poi la crescita di un artista, se c'è talento vero, va di pari passo con quello che fa. Penso a Cesare Malfatti, che, dopo i La Crus, sta evolvendo sempre più nel suo progetto solista o a Marian che col suo ultimo bel disco è tornata dopo anni di stop. O alla follia dei Supersantos

Mescalina: Gli ultimi ingressi in casa Adesiva sono quelli di Michele Anelli, di cui è da poco uscito il disco Giorni usati, Sara Velardo e Roberta Carrieri. Cosa pensi di loro?

Paolo Iafelice: Sì, loro tre sono le ultime acquisizioni. Roberta la conoscevo da qualche anno ma francamente quello che faceva non mi piaceva granché. Dopo molto tempo ci siamo rivisti e le ho chiesto se aveva scritto qualcosa di nuovo. Un giorno è venuta a trovarmi e invece di portarmi un cd di provini, che comunque aveva, ha preso la chitarra e mi ha suonato tutto quello che aveva scritto di nuovo. Ho capito subito che quello era un disco che volevo assolutamente fare e infatti ne ho curato anche la produzione artistica. Roberta è un concentrato di emozioni, lei palpita continuamente in sincrono con tutto quello che le capita al mondo e questo è il suo lato più affascinante e folle. Contemporaneamente è una professionista seria, meticolosa e instancabile.

Sara me l'ha portata Andrea Viti, grande professionista e comune amico. Il disco era già finito, mi è piaciuto subito. Oltre alla bellezza dei brani e alla sua voce, mi è piaciuto molto il suo sguardo rigoroso e schietto sulle cose che racconta.

Michele Anelli l'avevo conosciuto perché aveva prodotto un disco di Evasio Muraro al quale avevo lavorato. Quando mi fece sentire i suoi pezzi non avevo in mente che poi l'avrei preso a bordo. C'è qualcosa in lui che mi affascina e man mano che ci lavoravo mi ha preso sempre di più.

Mescalina: Stiamo ascoltando il nuovo album di Anelli, mentre i nuovi dischi di Sara Velardo e Roberta Carrieri usciranno rispettivamente i primi di marzo e i primi di aprile. Cosa dobbiamo aspettarci da queste uscite?

Paolo Iafelice: Con Roberta avevamo deciso subito che, con quello che aveva scritto, questo sarebbe stato il suo disco più pop, più facile da ascoltare. E' pieno di canzoni che ti entrano in testa e non ti mollano più. Sara è una vera rocker, i pezzi graffiano e accarezzano e quando canta in dialetto, come nel pezzo della compilation, mi emoziona tantissimo.

Mescalina: Che te ne sembra invece dell’alchimia di suoni e parole che risulta nella compilation? Che effetto ti ha fatto risentirli e metterli insieme e che ne pensi della visione (anzi, dell’ascolto!) d’insieme di questi pezzi in un’unica tracklist?

Paolo Iafelice: Devo confessarti che sono rimasto sorpreso, alcuni di quei dischi non li ascoltavo da tempo e li avevo quasi dimenticati. È stato bello scegliere i pezzi a distanza di anni soprattutto perché ogni volta il lavoro di un disco è una cosa così intensa e totalizzante che alla fine è difficile essere "freddi", distaccarsi e tornare ad essere un ascoltatore qualsiasi. Ecco, ascoltarli a distanza me li ha fatti riscoprire e la scelta dei brani è stata quasi immediata. Ho lavorato a tutti quei dischi e ho trovato al riascolto una continuità tecnico- stilistica alla quale non avevo pensato, anche se come artisti sono così diversi fra loro, penso a quello che cantano, che a momenti mi sembra stranissimo che possano convivere i Supersantos con Marian Trapassi o Cesare Malfatti e Airìn.

Mescalina: Un’ultima domanda per appassionati dell’underground pronti a scavare negli archivi discografici e anche un po’ personale, essendo una mia vecchia fissazione: sai per caso se ci sono ancora le registrazioni del terzo album (il demo giallo?) dei Rossomaltese, incompiuto e mai pubblicato?

Paolo Iafelice: Il disco lo producemmo io e Pacifico e poi Luca cantò tutto. Un disco bellissimo. Poi purtroppo il gruppo si sciolse e non se ne fece più nulla. È nel cassetto e chissà, prima o poi...


 
Biografia in prima persona di Paolo Iafelice

Sono un producer-engineer, mi occupo della produzione artistica, di registrazione e missaggio, metto in ordine le canzoni degli artisti prima che le ascolti il resto del mondo.

Ho iniziato studiando come tecnico del suono nel 1985 presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, perfezionando gli studi in Inghilterra presso la Gateway School of Recording and Music Technology al Kingston Polytechnic di Londra.

Dal 1988 ho lavorato come fonico in numerosi concerti live (Chet Baker, Carla Blay e Steve Swallow, John Zorn, Roberto Gatto, Banda Osiris e molti altri). Dal 1990 al 1995 sono stato staff engineer negli studi Metropolis di Milano, tra le realtà italiane più importanti e dinamiche di quel periodo. Dal 1995 al 2005 sono stato il braccio destro di Mauro Pagani in qualità di progettista, ispiratore e direttore degli studi di registrazione Officine Meccaniche a Milano.

Con Mauro Pagani, tra i più raffinati protagonisti della musica italiana, mi sono occupato di produzione artistica, ricerca e utilizzo di macchine vintage, collaborando a numerose produzioni e registrando e mixando dischi dei migliori artisti italiani (Fabrizio De Andrè, Ligabue, Fiorella Mannoia, Premiata Forneria Marconi, Vinicio Capossela, John Mc Laughlin, Stewart Copeland, Daniele Silvestri e molti altri) e colonne sonore (“Nirvana” di G. Salvatores, “Ricordati di me” di G. Muccino, “Puerto escondido” di G. Salvatores...).

Nel 2003 ho fondato l’etichetta Adesiva Discografica per gestire meglio e in autonomia gli artisti prodotti da me. Nel 2006 Adesiva discografica è diventata un progetto integrato con la realizzazione di uno studio di registrazione, uno studio caratterizzato da un design accurato e una progettazione degli spazi in funzione sia della elevata risposta acustica sia della vivibilità degli ambienti, come nella migliore tradizione anglosassone. Il modello italiano infatti da sempre privilegia un ampio parco macchine a sfavore dell’equilibrio acustico delle sale di ripresa.

Dal 2006 al 2016 ho selezionato alcuni degli artisti più interessanti del panorama musicale indipendente italiano e ho coltivato l’etichetta Adesiva Discografica producendone i dischi. Sono nati quindi il disco omonimo di Cesare Malfatti e il suo recente Una città esposta, l’esordio solista di Marco Iacampo, i dischi di Luca Gemma, Marian Trapassi, Airin, Roberta Carrieri ed Etnia Supersantos.

Cliccate qui sotto per scaricare la compilation gratis:



Info:

http://adesivadiscografica.it/
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L’evento del 28 gennaio su Facebook: https://www.facebook.com/events/1674990079421305/