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Carmen Consoli Aprire il cuore per inseguire i propri sogni e diventare una rockstar
Tutto parte dalla famiglia, dai genitori che la spingono a sognare e a trasformare il desiderio in progetto e da quel tavolo della cucina che diventava improvvisamente un palco con le luci colorate. Una Carmen Consoli che si racconta a cuore aperto spiegando cos'ha significato per lei sognare e perche' e' importante continuare a farlo, soprattutto oggi.
Volevo fare la rockstar, non solo un’affermazione, ma anche e soprattutto il titolo del nuovo disco di Carmen Consoli. Un lavoro che mette al centro l’essere umano e i sogni, i desideri, quei progetti che mettono in moto il nostro impegno e le nostre azioni per raggiungere uno scopo.La cantautrice catanese inizia il suo racconto da sé bambina, la stessa ritratta nella copertina del disco con gli occhi di chi sogna in grande e un fiocco rosa a farle da cornice.
“Tutto inizia dalla scuola e dai miei sogni – racconta Carmen Consoli in occasione della presentazione del suo disco a Milano –. A quei tempi per me c’erano due Italie, che poi tanto diverse non erano: quella di mia madre veneta e quella di mio padre siciliano. Sono cresciuta con la polenta e la contaminazione della caponata. Mio padre un giorno mi regalò la musicassetta di Elvis e mi innamorai: la ascoltavo sempre. E guardando quella copertina e ascoltando quelle canzoni volevo fare la rockstar: sognavo un palco, nemmeno tutto questo successo, una chitarra vera, le luci colorate, la gomma da masticare rosa con cui dovevo fare delle bolle enormi come solo le rockstar potevano fare. Immaginavo che in America fosse tutto grande e volevo andare lì a fare la rockstar”.
In questo sogno di bambina c’era una cornice non molto felice di una Sicilia con le faide, con i corpi per strada coperti da lenzuola da cui scorgevi solo le scarpe. “La mia famiglia cercava di distrarmi e mi incitava a sognare, a coltivare i miei sogni – continua il racconto della cantautrice –. Quel sogno è poi diventato desiderio e poi un progetto. Ho seguito il mio cuore e quando hai il cuore aperto succedono delle cose”.
E di cuore e sogni sono intrise le 10 canzoni di Volevo fare la rockstar, a partire dal singolo Una domenica al mare (“se almeno ci provassimo ad ascoltare col cuore, saremmo un po’ più liberi di scegliere e amare”) passando per Sta succedendo (“sporgersi è un dovere a volte necessario”), per poi volare insieme a L’aquilone in cui dove non arrivano le parole, entra in gioco la musica e così l’orchestra finale assume un significato profondo: si è sempre in tempo ad aprire la porta dei sogni.
Una realtà, quella raccontata dalla Consoli, che sembra apparire molto lontana da quella attuale, in cui le persone sono state sostituite dalla tecnologia e dove si cerca di raggiungere un alto tenore di vita a discapito della felicità. “Siamo anime in carriera – puntualizza la cantautrice siciliana – e trattiamo le persone come se fossero dei dispositivi elettronici, sostituiamo fidanzati con la stessa facilità con cui compriamo l’ultimo modello del telefono. Non abbiamo tempo per sognare, dobbiamo raggiungere ciò che gli altri si aspettino che noi siamo. E in tutto questo l’aspetto umano si è perso”.
In un mondo di distrazioni e la corsa al fare è molto facile farsi influenzare da politici imbonitori che sotto slogan facili mascherano la loro bramosia di potere, mettendo al centro il loro interesse personale contro quello dell’intero Paese. E di questo si parla in Mago magone e L’uomo nero, due aspetti della stessa medaglia che Carmen Consoli racconta con molta ironia.
E così l’unica cosa che resta da fare è ritornare ai valori di un tempo e ad imparare a vivere la vita seguendo il proprio cuore e perseguendo i propri sogni. “Quello che ho imparato – conclude la cantautrice catanese – è che sognare è una cosa tangibile e che bisogna seguire il proprio cuore per fare ciò per cui si è nati”.