Santoianni La soglia dei trenta
2024 - Santoianni Nufabric Records / ADA Music Italia
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C’è però una fascia anagrafica che – mi permetto di dire – è spesso bistrattata e lasciata all’oscuro: il mondo dei trentenni di oggi (nei quali si inserisce anche chi vi scrive), giovani eternamente (?) precari, alla continua rincorsa di un sogno confacente alla realizzazione personale e che permetta loro di avere un “posto nel mondo”. Una generazione di opposti in cui chi riesce a realizzarsi sentimentalmente facendo famiglia, o chi riesce a trovare un impiego stabile, avrà un corrispondente, che cerca ancora di capire quale sia la sua strada e che non ha neanche un partner.
Questa lunga introduzione mi permette di scrivere che c’è un disco che dà voce all’instabilità dei trentenni del nuovo millennio, ed è La soglia dei trenta di Santoianni: un manifesto generazionale (più che un disco) e una critica nei confronti di una società vuota in cui diventa sempre più difficile trovare il proprio posto e nutrire speranza per il futuro.
Ascoltando Santonianni, ho percepito uno stile musicale tipico di un cantautore, in cui le parole nei testi sono ben soppesate; alla base del lavoro si percepisce un autore che ha anni di esperienza alle spalle, e infatti il curriculum artistico di Santoianni non mente: troviamo nomi come Ron, rassegne musicali come Musicultura o il Premio Ciao Lucio Dalla, canzoni scelte come colonne sonore. Insomma, il lavoro di Santoianni ha uno studio profondo alla sua base.
Il disco scorre in modo equilibrato nell’ascoltatore, che riesce a percepire le diverse sfumature di un lavoro che, sotto l’apparente velo ironico e leggero della melodia, nasconde delle sfumature più schiette e cupe nelle quali si sfoga il senso di inadeguatezza e inettitudine che provano i trentenni oggi.
È proprio tra disincanto e realtà che si apre il disco con il brano che ne ha anticipato l’uscita, Questa canzone non vale niente: una critica del cantautore nei confronti della contemporaneità avvolta dal costante decadimento della specie umana, in cui “tua figlia incassa i soldi vendendo foto del suo culo in abbonamento”. Altro spaccato di realtà emerge nella traccia successiva con l’esaustivo titolo IA (intelligenza artificiale) in cui si paragona l’intelligenza artificiale a quella umana e come questa stia prendendo il sopravvento sulla creatività dell’uomo arrivando (probabilmente) al punto che fruirà solamente di scenari creati appositamente per lui. Forte la title track La soglia dei trenta dove si esaltano errori e sbagli, rivalutandoli: a tal proposito si legge su comunicato stampa che “il brano si candida ad essere l’inno della rivincita degli ultimi e identificativo di una generazione che giornalmente deve farei conti con l’impotenza e l’incapacità di riuscire a incidere sul mondo.”
L’album si chiude con Come ci sono arrivato fin qua, un’affermazione, ma anche una domanda che si interroga sul percorso fatto per arrivare alla soglia dei trent’anni probabilmente senza accorgersene, avendo vissuto (più o meno) appieno ogni giornata e non sapendo cosa ci riserverà il domani.
Più che un disco, questo lavoro del cantautore milanese è una piccola voce fuori dal coro che dà risalto al grande disagio di chi fatica a metabolizzare di essere arrivato ai trent’anni, e non sa come sarà la sua vita tra altri trenta. Grazie per questo regalo, Santoianni!