Slice o’ life – Live Solo<small></small>
Americana

Bruce Cockburn Slice o’ life – Live Solo

2009 - True North

07/06/2009 di Massimo Sannella

#Bruce Cockburn#Americana

Una leggenda che sposta il peso del tempo, una stella a parte che ha brillato sempre un po’ in disparte rispetto i bagliori mitologici di più noti conterranei canadesi della sua generazione (Young, Mitchel, Cohen); gli altri salirono sul treno della protesta e dell’universal love, lui – carattere chiuso e serafico – prese la strada intimista, diaristica e meditabonda, cucendo poesia e “altri” suoni in una somatica “non appariscenza” tempestata di sociale, mistico, jazz, country e acustico, manna che nutrì per decenni falangi di musicisti prestati ora alla World. Pochi accenni possono bastare per giocare col puzzle infinito della sua essenza, ancora meno per onorare questa grande figura cantautorale di intelligenza e tecnica, ma in primis per la sua straordinaria attitudine a vivere la musica dal di dentro senza far rumore all’esterno, lasciando lungo il suo incedere silenzioso pepite inestimabili di musica che hanno fatto l’identificabilità di una certa America nel mondo. Per chi magari non conosce a fondo o desidera capire meglio la l’evoluzione della sua opera, questo doppio cd è imperdibile, 25 session face to face col suo pubblico, che riassumono il vizio e la virtù di questo irraggiungibile lupo solitario degli ultimi 25 anni della sua carriera di border-poetry; takes luridamente sporche di vissuto, nate e registrate come sono venute, senza interventi tecnologici per addomesticare scricchiolii, rumori e sbavature, nel quale la ben nota tecnica chitarristica e l’alta poetica “social” si presenta in tutta la sua nudità selvaggia, incontaminata. “Slice o’ Life – Live Solo” non è la classica raccolta di – come molti nasi pruriginosi hanno sentenziato – vecchi successi per voce e chitarra, ma una memorabile testimonianza che esplora a ritroso l’infinità di registri e suoni portati al massimo della espressività dalle interpretazioni no-time di questa insostituibile vecchia looner star canadese. Musica e interludi vocali con il pubblico che suonano e raccontano del versante “impegnato” di Cockburn; la voce pacificamente rabbiosa contro tutte le dittature ( If had a rocket launcher), la purezza destabilizzante dei grandi spazi (Celestial horses), il blues spalmato su un dobro Gibson a risuonatore spider da lacrima (Soul of a man), la disgressione della sua “svolta elettrica” (How I spent my fall vacation , Wondering where the lions are), e alcuni brani tratti dal soundcheck dove eccellono due superbe e brividose versioni di “Kit Carson e Mama just wants to Barrelhouse all night long” che lasciano le stimmate e l’amarezza di non essere proprio lì in quel momento in cui le suona. Un artista – Cockburn – in un disco di due chitarre e tanta storia dietro, un meraviglioso senso perfetto nell’imperfezione del suo alito frusciante di vecchio vinile, un frullìo di sensazioni epidermiche di vita già vissuta pronta da rivivere come una giocosa opera d’arte. Come questo disco.

Track List

  • CD ONE
  • Applause
  • World of wonders
  • Lovers in a dangerous time
  • The mercenary
  • See you tomorrow
  • Last night of the world
  • How I spent my fall vacation
  • Tibetan side of town
  • Pacing the cage
  • Bearded folksinger story
  • The end of all rivers
  • Soul of a man
  • CD TWO
  • Wait no more
  • The city if hungry
  • Put it in your heart
  • Tramps in the street
  • Wondering where the lions are
  • If a tree falls
  • Celestias horses
  • If had a rocket launcher
  • Child in the wind
  • Tie me at the crossroads
  • String warm-up incl. a bit of the trains don’t run here anymore (Soundcheck)
  • Kit Carson (Soundcheck)
  • Mama just wants to Barrelhouse all night long (Soundcheck)

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