
Alvise Nodale Gotes
2024 - Il Cantautore Necessario - Distribuzione Igea
Una delle caratteristiche di questi musicisti è sempre stata non riprodurre canzoni della tradizione locale, ma comporre brani originali utilizzando la lingua locale, unita a musiche che possono venire da tradizioni europee o da influenze d’Oltreoceano.
Uno dei motivi che hanno aiutato lo sviluppo di questa scena è la presenza, da quasi 50 anni, di Folkest, un festival che ha un forte legame con il territorio e porta spettacoli ed eventi culturali in località che sarebbero altrimenti al confine della fruizione musicale; questo permette anche ai musicisti di avere un pubblico abituato all’ascolto anche in centri di piccole dimensioni.
Negli ultimi anni si è proposta al pubblico una nuova generazione di cantautori friulani che ha proseguito il lavoro dei pionieri con risultati eccelsi. I nomi di Massimo Silverio, quest’anno nella cinquina finale del Tenco per l’album in dialetto, e di Alvise Nodale hanno iniziato a uscire dall’ambito locale per giungere a una platea più ampia.
Gotes, gocce in carnico, è il terzo lavoro a proprio nome del cantautore ventinovenne nato in Carnia. Si tratta di una raccolta di dieci brani, tra cui uno strumentale che dà il titolo all’album; dieci gocce che lentamente scavano nel profondo dell’ascoltatore. I testi, con traduzione nel libretto interno che accompagna l’opera, sono poetici, al di fuori del tempo e dei luoghi. I temi toccati sono universali e uniscono gli uomini fin dall’antichità: il tempo che passa con le sue stagioni, la solitudine, l’amore, i ricordi dell’infanzia e di chi ci ha preceduti. Il tutto immerso in una natura che circonda l’uomo.
Se parlare dei testi è necessario per approfondire l’opera di un cantautore, altrettanto importante è la musica con cui li si vestono o, in questo caso, in cui li si immergono. Proprio il suono della lingua friulana diventa parte integrante delle linee melodiche e delle profonde armonie delle musiche, suonate interamente dall’autore, che utilizza varie chitarre, mandolino, harmonium e percussioni, per creare un tappeto sonoro su cui si inserisce il violoncello di Stefano Cabrera ad accompagnare le splendide voci di Nodale e di Flavia Barbacetto.
Difficile suggerire un brano che si staglia al di sopra degli altri, perché il livello medio è così alto che scegliere è molto difficile, anche se segnaliamo Sunsûr e Un âti Mâr. La produzione artistica di Edoardo De Angelis, già produttore, tra gli altri, di Endrigo e De Gregori, ha aiutato il musicista a creare un’opera omogenea e matura, per un disco dove il friulano, anziché essere un limite alla comprensione dei brani, esprime una musicalità inaspettata, fondendosi con gli strumenti, ed essendo la voce stessa strumento, per creare melodie che penetrano nella sensibilità dell’ascoltatore.