Vanni Masala Marilena Pasini

Vanni Masala Marilena Pasini Le muse del jazz. Storie e misteri di 68 personaggi femminili che hanno ispirato le composizioni più belle


Curci, 2021, 142 p., ill. , Rilegato, 24 euro Musica | Saggi | Grafica

02/01/2022 di Franco Bergoglio
Ogni appassionato che si rispetti possiede nella propria libreria almeno una storia del jazz: può essere quella “biblica” (nel senso che è stata la bibbia di tanti appassionati nei decenni scorsi) di Arrigo Polillo, quella meticolosa di Stefano Zenni, una di quelle tematiche di Guido Michelone oppure la traduzione di un autore straniero rilevante, da Ted Gioia a Alyn Shipton. L’abbondanza di tanti materiali, spesso di alta qualità, spinge a cercare nuovi modi di raccontare il jazz, più per argomenti e temi trasversali che per linee dirette.

In questo caso, sia il tema, sia l’incrocio di mezzi (scrittura e disegno) concorrono
all’originalità. Si situa tra grafica e storia del jazz il lavoro sui generis (in senso positivo) di Vanni Masala e Marilena Pasini Le muse del jazz. Il libro ritrae 68 personaggi femminili che hanno ispirato celebri canzoni. Il taglio permette un’esplorazione del jazz a partire dall’altra metà del cielo che conduce a canzoni poco frequentate dalle storie jazzistiche, da Sister Sadie di Horace Silver a Cousin Mary di John Coltrane, oppure porta a brani noti, ma dei quali magari il pubblico non conosce la vicenda ispiratrice, come Waltz for DebbyGloria’s Step, due must del trio di Bill Evans. Ci sono muse che appartengono al regno della fantasia,  come la Dolly protagonista di un musical e dell’immortale brano Hello, Dolly, interpretato tra gli altri da Louis Armstrong, o ci sono personaggi reali come Ida Lupino,
attrice, ma soprattutto tra le prime donne registe.

Ci sono donne oggetto, ma diverse da come uno potrebbe immaginarle, se hanno le forme della chitarra Lucille di B.B.King, e ci sono donne-apparizioni, in grado di ispirare altra arte partendo dalla tela di un quadro, come nella composizione Lonely woman scritta da Ornette Coleman e reinterpretata anche dal Modern Jazz Quartet.

Le 68 donne del libro sono altrettante storie e compongono una playlist senza tempo, dove scoprire e riscoprire melodie e racconti. Devo sceglierne una? Audrey, un omaggio di Paul Desmond alla bellissima attrice. La storia della canzone sembra la trama di un film dell’elegante Hepburn, con colonna sonora bell’e pronta…