
Stefano Solventi Lo sguardo di Vic. Il mondo prima e dopo il walkman
Jimenez Edizioni, Collana Turning Point, 2024, 168 pagine, 15 euro Saggi | Musica | Società
03/11/2024 di Laura Bianchi
Ricordo perfettamente quando, nel 1980, mi fu regalato un walkman; come Stefano Solventi scrive nell'introduzione dell'ottimo saggio - film Lo sguardo di Vic. Il mondo prima e dopo il walkman, che inizia felicemente una nuova collana per Jimenez Editore, nemmeno il mio era un walkman con la maiuscola, quello creato e prodotto dalla Sony. Ma è stato, per me, veramente un Turning Point; fin da bambina avevo sognato di potermi portare appresso un dispositivo che contenesse le "mie" canzoni, e non solo quegli auricolari minuscoli e mono collegati alla radiolina, miei compagni di tante notti passate ad ascoltare Radio Luxembourg. Finalmente potevo ascoltare le cassette che componevo, prendendole dalla radio, o registrandole dai dischi, acquistati o prestati da amici, e potevo farlo camminando, viaggiando, che fossi in treno verso l'università o in auto coi miei. Il mio corpo era diventato musica, che vibrava nelle ossa ed entrava nella pelle davvero, come aveva cantato Finardi.
Per questo, leggere il saggio - film di Solventi è stato insieme dolce e illuminante; dolce, perché riporta a quei tempi aurorali, in cui stava nascendo un diverso modo di fruire la musica, che avrebbe dato inizio a una veloce trasformazione, nei dispositivi, nella tecnologia, nello stesso ascolto e, forse, anche nell'atto compositivo. E illuminante, perché a quei tempi non ci si rendeva conto del futuro a cui stavamo, tutti, andando incontro: noi, gli ascoltatori, e loro, i musicisti. Noi avevamo trovato "un territorio, un perimetro, una cornice. Un bozzolo", come scrive l'autore, che ci racchiuse tutti, aumentando la condivisione della musica che amavamo, ma anche la fiducia, a quei tempi illimitata, nelle potenzialità della tecnologia. Da lì, i passi successivi ai videoclip (Videomusic iniziò a trasmettere nel 1984) e ai videogiochi furono brevi, e trasformarono gli ascoltatori in adoratori dei device tecnologici, con tutte le conseguenze del caso.
Il saggio, si diceva, è anche un film, nel senso che si apre con un omaggio alla scena iconica de Il tempo delle mele, in cui la protagonista nella festa ascolta Reality, estraniandosi totalmente dal contesto, e prosegue con un'altra scena, stavolta da Pretty Woman, di dieci anni più tardi, in cui Julia Roberts nella vasca da bagno ascolta Kiss con le cuffie, per continuare con Strange Days e Matrix, e concludersi con la scena di Stranger Things (2016, ma ambientato negli anni Ottanta), in cui Maxine viene strappata dai suoi incubi e riportata alla realtà grazie a un walkman che trasmette Running Up That Hill. Ma lo è anche nel senso che scorrono davanti a noi le immagini di quello che siamo stati, e siamo diventati, nella nostra relazione con la musica ascoltata, nei vorticosi passaggi da device a device, dalla concretezza delle musicassette e dei CD alla leggerezza dei file, prima scaricati grazie ai vari Torrent (ah, EMule...), poi gestiti in streaming da piattaforme sempre più profilate.
Solventi descrive i vari passaggi con esattezza di testimone, e non ci si può non ritrovare nella sua descrizione di un se stesso che vaga per Firenze ascoltando Thom Yorke come in una bolla segreta, in cui "sto ascoltando qualcosa che gli altri non sono in grado di determinare", ma, anche, si deve apprezzare il suo sforzo di "unire i puntini" senza toni assertivi, ma fornendo ipotesi di senso, corroborate da accurate citazioni di tipo semiotico e sociologico, che risultano agili e comprensibili proprio in virtù dello scopo finale.
Una lettura da consigliare anche e soprattutto ai millennials, che stanno riscoprendo il fascino degli LP, ora chiamati "vinili", e delle musicassette, e che devono capire da dove viene la fruizione della musica, per essere consapevoli di dove sta andando.
Stefano Solventi Già collaboratore del periodico musicale Il Mucchio Selvaggio, oggi scrive articoli e recensioni per la webzine Sentireascoltare.com e per il mensile Audioreview. Cura il blog Pensierosecondario, vincitore della Targa Mei per il miglior blog musicale del 2019. Tra le sue pubblicazioni, i saggi biografici PJ Harvey. Musiche maschere vita (2009) e The Gloaming. I Radiohead e il crepuscolo del rock (2018), entrambi per Odoya.