Stefano Ferri Due vite una ricompensa
Mursia, 2024, 371 pagine, 18 euro Narrativa Italiana | Romanzo
11/10/2024 di Valerio Corbetta
A costruirne la genesi, tra leggenda e storia, ci prova Due vite una ricompensa, di Stefano Ferri, che risale nel tempo sino all’anno Mille, quando il contadino Guglielmo è costretto dall'improvvisa malattia della moglie a vendersi il poco o nulla che possiede per poterla curare; scopre così, nella disperazione seguente alla fame atavica, che quel cereale, venuto da chissà dove e datogli a bassissimo costo, prende sapore e sostanza se al brodo si aggiunge il midollo di bue. Nasce così un piatto che sazia moglie e figli e poco alla volta diventa fondamentale nella dieta di molte famiglie, allargando la propria fama ben oltre il contado dove Guglielmo lavora.
A questo punto, Ferri piazza un salto temporale di oltre cinque secoli e trasporta il lettore nella Milano dove si sta ultimando la costruzione del Duomo. All’interno della “Fabbrica”, un pittore inizia a utilizzare lo zafferano come tintura per ottenere sfumature di colore durante la realizzazione di affreschi e vetrate. Tra storie d’amore contrastate che aprono scenari inattesi, intrecci tra politica e potere ecclesiastico, l’arrivo della Peste stravolge la vita di tutti, portando conseguenze impensabili per i protagonisti della storia con la “s” minuscola, ma pure per quelli con la maiuscola. Il cardinale Borromeo diventa figura centrale ancor più di quanto già non lo fosse, dentro e fuori le mura meneghine, e il suo impegno in prima fila nell’aiutare i malati lo trasforma in un'icona per il popolo milanese. Ma, poco prima che l’epidemia varcasse i confini, a Milano il pittore Filippo aveva usato, per il banchetto nuziale dell’amata, da cui non era corrisposto, quella spezia che da rossa, se miscelata con l’acqua, tinge ogni cosa di giallo. Da uno scherzo mal riuscito spunta così il tocco definitivo per la ricetta perfetta, così come ancora oggi viene tramandata. E (il futuro) San Carlo mette pure lo zampino nell’inaugurare il lancio del riso come rito benaugurante per i novelli sposi all’uscita della Cattedrale per il primo matrimonio ufficiatovi, ancor prima dell’inaugurazione ufficiale che avverrà ventiquattr’ore più tardi.
Il racconto di Ferri scorre con periodi brevi e ritmo veloce, grazie anche alla divisone in capitoli brevi, che tiene alta l’attenzione, con la frammentazione degli eventi in micro episodi. Una ricostruzione a metà tra realtà storica e invenzione, resa assolutamente credibile dall’aderenza ai personaggi e agli eventi cardine della seconda parte del romanzo.
Stefano Ferri (Milano 1966) vive a Milano. Nel 2004 ha ricevuto il Premio Hilton per il giornalismo in turismo d’affari e nel 2006 il Premio Italia for Events per la stampa di settore. Nel 2022 gli è stata assegnata la menzione al TTG Star Award e nel 2023 è stato inserito fra i cento personaggi più influenti della meeting industry mondiale. Con Mursia ha pubblicato Crossdresser. Stefano e Stefania, le due parti di me (2021).