Senel Paz

Senel Paz Fragola e cioccolato


Giunti, pp.147, lire 18.000

di Danilo Manera
Grazie al meritato successo del film di Gutiérrez Alea, molti conosceranno la fresca, toccante e sfrontata storia di Fragola e cioccolato. Nell'Avana conformista degli anni '70, regno del maschio virile, David, militante della gioventù comunista appena lasciato dalla ragazza Vivian per un tipo con casa, automobile e lavoro all'estero, viene abbordato nella gelateria "Coppelia" da Diego, checca colta e piena di brio artistico. Ne nasce un'amicizia insolita, grazie alla quale David supera i propri pregiudizi, viene iniziato alle buone letture e s'immerge in profondità nella cultura cubana. Diego infatti, prima di essere costretto ad espatriare da una società che non tollera i suoi gusti sessuali e intellettuali, gli parla di architettura, di musica, di religiosità popolare e dei libri di Virgilio Piñera, Severo Sarduy, Lydia Cabrera, Dulce María Loynaz, Guillermo Cabrera Infante - di cui ricordo i due libri fondamentali: Tre tristi tigri (Il Saggiatore, pp. 453, lit. 33.000) e L'Avana per un infante defunto (Garzanti, pp.585, lire 36.000) - e soprattutto l'eccelso José Lezama Lima (chi non lo conoscesse legga Paradiso, pubblicato nella BUR, pp. 549, lire 16.000).
Il libro curato da Alessandra Riccio contiene due varianti: il racconto, più lineare e ruvidamente concentrato sull'esemplarità dell'aneddoto, e la sceneggiatura, più divertente e articolata, che disegna meglio certi personaggi secondari, come Miguel, amico integralista e spregevole di David che tenta d'incastrare il povero Diego e intanto tracanna furtivamente il rum che questi spaccia per whisky nell'intento di impressionare i bei giovanotti, oppure Nancy, tenera puttanella indecisa tra la borsa nera e il suicidio, la cui comparsa in scena permette d'introdurre nel film momenti etero-amorosi.
Senel Paz, quarantaquattrenne, fa parte della folta generazione di scrittori degli anni '80, cresciuti in parte tra circoli, riviste e scuole ufficiali, ma che non scambiano la riconoscenza per rinuncia alla critica. La grave crisi economica seguita al 1989, col perdurare del blocco statunitense, li ha purtroppo quasi fermati per mancanza non solo di fondi, ma addirittura di elettricità o carta. Ora tengono nei cassetti le loro opere, vergate fitte per risparmiare fogli, e s'affidano al successo all'estero (come Senel Paz nella realtà e lo scultore Germán nella finzione di Fragola e cioccolato) o alla solidarietà europea, canadese, latinoamericana. Ed è un vero peccato che non si conoscano meglio, perché l'esperienza che si trovano a vivere è unica e la loro voce preziosa.

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