Sally Rooney

Sally Rooney Intermezzo


Einaudi Supercoralli, 2024, traduttore Norman Gobetti, pp. 432, 22 euro Narrativa Straniera | Romanzo

27/11/2024 di Laura Bianchi

Sally Rooney, da Parlarne tra amici, 2017, a Dove sei, mondo bello, 2022, passando per Persone normali, 2018, ha saputo diventare cool e costruire un seguito soprattutto tra gli adolescenti e i giovani, sulla base di alcuni ingredienti: storie ambientate nella middle class irlandese, protagonisti coetanei dei loro lettori, scene di sesso esplicito, ma non troppo disturbante, genere romanzo di formazione, stile descrittivo e nominale, dialoghi frequenti e lineari, passaggio continuo tra punti di vista diversi, finale consolatorio, ma aperto, impostazione generale che strizza l'occhio a future riduzioni cinematografiche o di miniserie TV (il che è puntualmente accaduto, per due dei tre romanzi pubblicati).

Ma è chiaro che, a trentatré anni, la scrittrice e poetessa non avrebbe potuto ripetere lo stesso modulo, e la sua quarta prova era attesa, con un imponente battage mediatico e commerciale, come il segno di un affrancamento definitivo dalla categoria young adult in cui le opere precedenti erano state classificate. Nasce così Intermezzo, che è esattamente quello che il titolo dice: un romanzo interlocutorio, in bilico, a volte anche pericoloso, tra mondi e personaggi diversi anche anagraficamente, incarnati dai due fratelli protagonisti: Peter, trentaduenne avvocato di successo, e suo fratello, Ivan, di dieci anni più giovane, fisico nerd e "genio" degli scacchi, come il fratello lo definisce, non sappiamo se tradendo stima, invidia o disprezzo.

Intermezzo, negli scacchi, significa però anche una mossa intermedia, inaspettata, una minaccia che obbliga l'avversario a rispondere; e, in un'opera musicale, è un movimento tra le sue sezioni principali. In questo caso, è la morte del padre di Peter e Ivan ad aprire la mossa, a fare saltare "il campo di forze", a muovere, o smuovere, le vite dei due figli, intrappolati in una relazione composta prevalentemente di silenzi e non detti, che tacciono rimozioni, odi, ricordi, rimpianti, traumi minimi o eclatanti. E Rooney è lì, in mezzo, a tentare di descrivere proprio il non detto; eppure, lo statuto e il presupposto della scrittura sono proprio il dire, l'esplicitare. Compito arduo, in cui la scrittrice non si trova ancora a proprio agio; così, le posizioni, i punti di vista, le istanze dei due protagonisti risultano a volte ambigui, e di ardua comprensione; effetto voluto, a significare la complessità, l'incomunicabilità, la solitudine esistenziale di persone prigioniere di convenzioni sociali e familiari? O piuttosto, plausibile difficoltà tecnica, nel tenere insieme, e poi sceverare, tutti i fili scomposti di cui siamo fatti, consapevoli o meno?

In ogni caso, Rooney complica ulteriormente la situazione, inserendo tre donne all'interno della vicenda: l'ex fidanzata di Peter, Sylvia, che un incidente ha reso sessualmente invalida; Naomi, instabile e irresistibile ventiduenne, attuale compagna di Peter; e Margaret, riflessiva e affascinante trentaseienne separata da uno stalker alcolista, la quale intreccia una relazione con Ivan. Anche se l'intenzione dell'autrice sembra essere spostare il focus dalla psicologia femminile dei primi tre romanzi a quella maschile di questo ultimo, di fatto i profili delle tre donne risultano meglio delineati, e, in conclusione, a loro spetta il ruolo di portatrici di serenità, pace, equilibrio, ancorché precario, e bellezza (esisterà mai un romanzo in cui le donne siano ottime persone, ma anche esteticamente non bellissime?).

Ai due uomini, confusi e sbandati, non resta quindi altro che lasciarsi illuminare dalla luce emanata dalle tre figure, che suggeriscono una terza via tra la vittoria e la sconfitta, in questa società che ci vuole obbligatoriamente o vincenti o perdenti: accettare una condizione flessibile, all'insegna del carpe diem, in cui vivere è "sempre più complesso, sempre più difficile. Che è un altro modo, pensa, di dire più vita, sempre più vita."

Il disorientamento e "l'inadeguatezza alla vita" delle due figure maschili si riflettono anche nello stile con cui Rooney interpreta i loro pensieri e le loro azioni: soprattutto per Peter, un flusso di coscienza joyciano, con frasi paratattiche, spesso nominali, descrizioni di minimi particolari e di azioni ridondanti; e si può immaginare la difficoltà per il traduttore, nel rendere un ritmo narrativo così sincopato, stratificato e pregno di lapsus intraducibili. Per questo, ove possibile, consiglio la lettura in lingua originale, che eviterebbe anche refusi tipografici e forzature sintattiche, presenti purtroppo nell'edizione italiana, che distraggono e sottraggono efficacia alla scorrevolezza del testo.

A questo si aggiungano lunghe disquisizioni filosofico - scientifiche (Ivan studia infatti fisica teorica, oltre a praticare gli scacchi), descrizioni piuttosto ripetitive di atti sessuali, o digressioni sociopolitiche, che vorrebbero costituire un'apertura alla dimensione contemporanea e pubblica, al di là dei quella puramente sentimentale e privata, ma che si integrano a fatica nell'arco narrativo, col rischio di sfociare in dichiarazioni al limite della banalità ("è meglio sentirsi speranzosi e ottimisti riguardo alla propria vita terrena mentre si affronta l’interminabile lotta per pagare l’affitto, piuttosto che avviliti e depressi mentre si affronta comunque quella stessa inevitabile lotta"), o del proclama ("Qualunque cosa bella immediatamente riciclata sotto forma di pubblicità. Sensazione che nulla possa aver più alcun significato, dal punto di vista estetico. Se tutto ciò sia liberatorio, oppure no. Se sia necessaria un’estetica ecologica, oppure no").

Ne emerge un quadro che vorrebbe essere realistico, ma che forse è fin troppo negativo e cinico, della società contemporanea, grottescamente dipinta in tutti i tic e i pregiudizi, le ipocrisie manifeste e i cattivi pensieri nascosti, tra depressione e dolore fisico come stigma sociale da ripudiare, convenzioni da rispettare, ricerca d'amore puntualmente soffocata e frustrata. Per questo sembra ancora più stonata, alla fine dell'intermezzo, la nota conciliante, consolatoria e la conclusione che " tutti loro, nel bene e nel male, si vogliono bene e hanno bisogno gli uni degli altri. Un viluppo inestricabile. Una ragnatela ingarbugliata". Rooney sta crescendo, e questo è giusto. Speriamo che, dopo questo intermezzo, la prossima mossa possa essere quella vincente.


 



Sally Rooney è nata nel 1991 in Irlanda, dove vive. Scrive sulle più importanti testate letterarie e dirige la rivista «The Stinging Fly». Per Einaudi ha pubblicato Parlarne tra amici (2018 e 2019), vincitore del Sunday Times / PFD Young Writer Award 2017, un successo tradotto in venti lingue e Persone normali (2019 e 2020), selezionato per il Man Booker Prize, e vincitore del Costa Novel Award 2018, da cui sono state tratte le serie tv portate dalla Bbc sugli schermi di tutto il mondo. Sempre per Einaudi, ha pubblicato Dove sei, mondo bello (2022 e 2023) e Intermezzo (2024).