Ryan Holiday

Ryan Holiday Credimi! Sono un bugiardo - confessioni di un manipolatore di media


Hoeply, 2014 Saggi | Scienze | Internet

17/06/2015 di Eliana Barlocco
Se soffrite di dipendenza da internet e passate ore a navigare tra siti e blog alla ricerca di notizie fresche, allora vi consiglio la lettura di questo libro - Credimi! Sono un bugiardo, confessioni di un manipolatore di media - per poter addentrarvi nelle insidie della rete con un occhio sicuramente più smaliziato e attento. Se, al contrario, avete la tendenza a non credere a tutto ciò che luccica, ugualmente vi consiglio la lettura di questo libro per supportare le vostre tesi con maggior vigore nelle accalorate discussioni (che sicuramente fate) con gli amici sull’utilizzo e sulla fiducia indiscriminata che viene data al mezzo in questione.

Ryan Holiday, nella vita, ha sviluppato la sua carriera lavorativa come consulente per numerosi scrittori e musicisti di successo. Il suo compito, come si evince dalla lettura, è quello di manipolare i media e di conseguenza le masse - che dei media ne sono ghiotte - verso l’obiettivo del suo cliente: il successo/vendita. Per fare ciò manipola i media in modo tale da plasmare tutto ciò che si legge e si guarda in rete, utilizzando per raggiungere il proprio fine, ogni mezzo…già qualcuno del resto, nel lontano ‘500 recitava: Il fine, giustifica i mezzi.

In questo caso specifico, direi, che il fine non qualifica però il mezzo. Come dice Holiday Il nostro mezzo culturale dominante - il web - è irrimediabilmente compromesso; rimane comunque una possibilità di ripresa una volta capito che tale mezzo non deve essere subito passivamente, ma utilizzato al meglio per evitare che siano la nostra conoscenza e la comprensione che abbiamo del mondo a venir meno, a ridursi a involucri svuotati del loro contenuto. A noi la scelta.

Massimo Russo, direttore di Wired, evidenzia nella sua introduzione quelli che lui considera i limiti di questo saggio rispetto alla realtà italiana. Personalmente credo che parlare di realtà italiana sia molto riduttivo visto la globalità del mezzo in questione. Certo, Holiday concentra la sua analisi sui blog (come sono costruiti e come costruiscono le informazioni/notizie), tralasciando tutta la questione social network. Sicuramente l’autore, analizzando i soli blog americani, ci limita, a volte, nella comprensione specifica dell’evento citato. Ma, il canovaccio di come si sviluppa una storia non può assolutamente sfuggirci. Come non deve sfuggirci tutto quello che si cela dietro il resoconto giornalistico. Il fatto che da noi, come dice Russo, linnocenza nei confronti dei media è un ricordo lontano, non ci solleva assolutamente dal subire tale manipolazione. Anzi proprio il fatto che il nostro giornalismo si basi essenzialmente su opinioni che su fatti la dice lunga.

Quindi, in conclusione, vorrei citare la mia prof. del liceo che già alla fine degli anni ’80 cercava di aprire gli occhi a un gruppo di giovani adolescenti pronto ad affacciarsi al mondo: ”Classe di stolti! Mi raccomando, leggete e rileggete non uno, ma più giornali. E soprattutto, fate circolare le idee in quella specie di cervello che vi ritrovate per cercare di capire il mondo che vivete!”…..