
Roberto Manfredi Artisti in Galera - Opere di Tom Porta
Skira, 2018 Saggi
26/01/2019 di Eliana Barlocco
Basterebbero questi versi essenziali, semplici e al contempo intensi per commentare la mia lettura di Artisti in Galera. Il libro di Roberto Manfredi illustra episodi di vita giudiziaria di alcuni noti artisti. Siano essi musicisti o attori, non importa. Tratto comune a tutti è aver rappresentato, ognuno nel proprio genere, il sacro fuoco dell'arte. Un fuoco talmente vivo e scoppiettante da rimanerne folgorati. La luce della passione e della creazione si fa buia disperazione. Oscura e inarrestabile avanza l'ombra del male. Una difficoltà ad affrontare la vita che si manifesta nelle più varie forme e predizioni, un'incapacità di vivere che diviene malattia profonda. Ed è allora che la galera aiuta a ritrovare una via per ricominciare quello che non si è riuscito a completare. Si ritrovano quei pochi frutti vermigli rimasti e si lavora su essi, nella speranza che possano raggiungere la piena maturazione concedendo una nuova stagione di vita. Ovvio che questa consapevolezza non può arrivare a tutti e vi sono casi limiti in cui l'unica via di salvezza rimane la fine.
Nelle esistenze in cui la cupa tormenta ha avuto un ruolo da leone, spesso, altrettanto devastanti, sono stati gli squarci e i brilli di luce. Di intensità tale da rimanerne sopraffatti, in un gioco quasi al limite della perversione tra artisti e fruitori. Folle che succhiano la linfa vitale di esseri non in grado di reggere all'impatto. La tragedia e, nel contempo, la bellezza della creazione artistica in sé. Ciò non toglie che a un occhio attento non debba sfuggire la differenza tra il mero business, che spesso sottende alle scelte, e la purezza dell'arte stessa.
Nella sua narrazione il Manfredi traccia brevi scene in cui si trattiene da dare giudizi ma, da spettatore, si limita alla semplice narrazione dei fatti. L'assoluzione o la condanna semmai saranno ad opera dei lettori. A cornice di ogni ritratto gli schizzi di Tom Porta. I volti tratteggiati, sfumati, eterei, delicati a richiamare la fragilità di alcune esistenze. Gli sguardi fieri catturano la nostra attenzione riportandoci ai versi citati all'inizio. Il fiore in se stesso non può nascondere il male e quest'ultimo non può essere incarnato da un fiore. In questa girandola dell’assurdo, la via di fuga rimane, sempre e comunque, l’arte.