Petros Markaris

Petros Markaris L`università del crimine


La Nave di Teseo, 2018 Narrativa Straniera | Romanzo

17/06/2018 di Corrado Ori Tanzi
Un caso così al commissario Kostas Charitos sembra più la realizzazione di una farsa. E se il sangue versato non fosse vero sangue umano il nostro si metterebbe anche a ridere. Tra la globalizzazione che non ci stupiamo se in futuro imporrà alla Grecia di cambiare nome per un brand più cool in linea con l’innovation, tra una spaventosa crisi che forse (ma forse, forse, forse) i greci si stanno lasciando alle spalle, il commissario viene richiamato pro tempore a sostituire il suo vecchio capo (che è riuscito, beato lui, a raggiungere la pensione) per fermare la mattanza di ministri fatti fuori con le armi della nonna (torte avvelenate, punture di acido) rei, secondo le puntuali rivendicazioni, di aver tradito la loro missione. Si tratta di professori che hanno lasciato l’insegnamento per il potere e, una volta non rieletti, sono tornati a sedersi dietro la cattedra degli atenei. Traditori e privilegiati in una terra che fa fatica a ritrovare il passo per concedere sopravvivenza e dignità a tutti.

Tra una moglie sempre più petulante (un’autentica stelo di rosa che non bada ad aculei), una situazione politica che battezza “tutta da rifare” anche se la sinistra è arrivata al governo, la figlia che tra poco sgrava, la vacanza in Epiro che perde presto i suoi benefici effetti, Charitos si mette sulle tracce del killer, con in mano inizialmente ben poco oltre le sue moraleggianti dichiarazioni.

L’università del crimine segna il ritorno di Petros Markaris, il Simenon greco. Sempre una delizia mettersi un suo volume in grembo e perdersi nelle strade di Atene attenti agli odori della capitale e alle golosità di cui è capace la tavola dell’intera nazione. Eppure questa volta la storia in sé procede con un certo affanno, più stanca, imbottita per di più di un sovrabbondante profilo politico che toglie levità alla lettura e appesantisce la narrazione.

Ambizione e impunità come vanagloria e tradizione del tempo corrente. Opportunismo come respiro abituale con cui regolare il proprio orologio biologico. Il nostro vivere quotidiano cammina su un equilibrio che definire precario suona ancora come prova di ottimismo beneaugurante. La furia ci sta tutta. Quasi quasi viene da perdonare l’assassino. Per fortuna c’è la vita privata del commissario, la sua Seat, i manicaretti della moglie (questi sì inappuntabili, anche se pure quelli delle taverne non scherzano), il nipote in arrivo. Forse un po’ troppo da mescolare. A culo tutto il resto, come cantava Guccini. Meglio leggerlo che no. In fin dei conti si tratta del commissario Kostas Charitos.

Petros Markaris, L’università del crimine, La Nave di Teseo, pagg. 333, 18 euro

 

Corrado Ori Tanzi – https://8thofmay.wordpress.com


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