Paolo Rumiz

Paolo Rumiz La rotta per Lepanto


Bottega Errante Edizioni, collana Camera con vista, 2024, 145 pagine, 16 euro Viaggi | Attualit�

11/06/2024 di Laura Bianchi
Se è vero che verso Occidente si parte per scoprire chi saremo nel futuro, dall'Ulisse postomerico fino al West degli Stati Uniti, è altrettanto vero che viaggiare verso Oriente significa comprendere chi siamo stati nel passato, dalle civiltà mesopotamiche fino all'antica Grecia, crogiolo della civiltà che poi è stata definita "occidentale". In realtà, essa non potrebbe esistere senza l'apporto delle culture, delle filosofie e dei popoli orientali, verso cui tende anche il viaggiatore narrante Paolo Rumiz, nel suo ultimo, splendido racconto di viaggio, La rotta per Lepanto, edito, come i suoi più recenti libri, da Bottega Errante Edizioni.

Rumiz, da triestino, è abituato a volgere a Est il proprio sguardo, sia come appassionato commentatore degli eventi balcanici, sia come acuto indagatore delle problematiche connesse all'idea di patria e di etnia. E dunque lasciamoci guidare dal suo sguardo, seguendolo in una rotta adriatica, immersa nella bellezza e nella storia, da San Giorgio a Venezia fino a Lepanto, che, per chi non lo sapesse, è posta di fronte a Patrasso, in Grecia, passando per luoghi storici, quasi mitici: Zara, Ragusa (Dubrovnik), Durazzo, Itaca, sulle note di "un tango balcanico di Goran Bregovic, cantato da Cesaria Evora".



Un racconto che è una continua scoperta, perché Rumiz ha ben presenti i celebri versi di Kavafis, in Itaca: "Itaca ti ha dato il bel viaggio; senza di lei, mai ti saresti messo sulla via."; ossia, non importa la meta, ma il percorso nel quale conosciamo e scopriamo da dove veniamo e dove andremo. Se poi il viaggio è in barca a vela, le sorprese non mancheranno, e la scoperta di sé sarà più profonda e intensa, soprattutto in un'epoca in cui il nostro mondo è impostato sull'alta velocità. In effetti, lo scrittore a un certo punto ammette: "Quattro nodi sono un'andatura esasperante per un uomo del terzo millennio. Ma lentamente questa lentezza ti possiede. Ti invade un immenso, taciturno e incomunicabile rispetto della natura".

E nella natura ci immergiamo, quasi sentendo sulla bocca e sulla pelle la salsedine di cui le pagine sono impregnate, ma, anche, percependo nella mente un sentimento di pace ("il mondo non ti tange; lui gira e tu lasci che giri"), nutrito dalla consapevolezza che il costruirsi storico - mirabili le pagine che rievocano la famosissima battaglia di Lepanto - è composto essenzialmente dalle storie minime di uomini e donne che hanno avuto, e che hanno, il mare come madre. Così, il sangue sparso nel mare di Lepanto è uguale a quello del massacro di Cefalonia, o a quello che insanguina l'Iraq, e l'umanità si scopre sorella, tanto nel dolore, quanto nel desiderio di vivere in pace; un messaggio importante, pochi giorni dopo il voto europeo.

"Perché l'Europa non è solo l'Occidente. Contiene anche l'Oriente. Dunque, è un ponte."

L'Europa saprà essere ponte?


 

PAOLO RUMIZ Scrittore e giornalista triestino, inviato speciale del “Piccolo” di Trieste ed editorialista de “La Repubblica”. Esperto del tema delle Heimat e delle identità in Italia e in Europa, dal 1986 segue gli eventi dell’area balcanico-danubiana. Nel 2001 invece segue, prima da Islamabad e poi da Kabul, l’attacco statunitense all’Afghanistan. Vince tra gli altri il prix Bouvier (2015) e la medaglia d’oro per l’impegno europeo assegnato dalla Fördergesellschaft für Europäische Kommunikation. Tra i suoi libri, quasi tutti pubblicati da Feltrinelli, ricordiamo: Tre uomini in biciclettaÈ Oriente; La leggenda dei monti naviganti; Annibale, Il bene ostinato; Maschere per un massacro; A piedi; Trans Europa Express; Morimondo, Come cavalli che dormono in piedi; Il ciclope; Appia; La cotogna di Istanbul; Il filo infinito; Il veliero sul tetto; Canto per Europa. Per BEE ha pubblicato nel 2020 Vento di terra (3 edizioni) e nel 2022 La linea dei mirtilli.


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