
Nikolaus Lenau Faust
Carbonio Editrice, Collana Origine, Traduzione Alberto Cattoi, testo tedesco a fronte, Pagine 264, 16,00 euro Poesie | Letteratura Straniera
09/07/2022 di Laura Bianchi
Ora, grazie alla meritoria casa editrice Carbonio e alla precisa, nuovissima, moderna traduzione di Alberto Cattoi, il poema rivive con un'edizione ricca di approfondimenti dello stesso Cattoi, e presenta anche il testo tedesco a fronte, per gustare appieno le rime dense di dinamismo e di chiaroscuri di un poeta da riscoprire, contemporaneo del materialista Leopardi, con cui condivide la venerazione per Lucrezio e per l'epicureismo, citato anche nel testo, e precursore della visionarietà di Nietzsche, di cui anticipa la morte di Dio e il crollo delle certezze spiritualistiche.
Nel progetto iniziale, Lenau aveva immaginato un personaggio che rinnegava il cristianesimo per scegliere il panteismo, ma, nel 1841, il poeta presenta un Faust mai domo, che, nella propria ricerca, sfida Dio e le sue credenze, passando attraverso incontri che lo segnano, esperienze estreme, vissute all'ombra e sotto l'influenza di Mefistofele, ossimorica presenza, a metà fra la tenebra del dubbio e la luce del pessimismo.
La voce narrante di Lenau si inserisce fra i monologhi di Faust, che sottolineano il profilo di un uomo in perenne esilio da sé, e i dialoghi di questi con Mefistofele, o con i personaggi che egli incontra, in un viaggio molto simile a quello dell'Islandese di leopardiana memoria, in quanto anche la conclusione può coincidere, nel disinganno di un essere che scopre con sgomento la Natura non più madre, ma matrigna indifferente, che crea per poter distruggere quanto ha creato. Anche gli inviti di Mefistofele a godere dell'attimo, dei piaceri o dell'amore, che sia per la donna o per se stesso, cadono nel vuoto, e Faust, nuovo Prometeo, piccolo Titano, vede disperdersi nel nulla anche i propri tentativi di delimitare il significato del male, vista l'impossibilità di comprendere il bene.
La fine nichilistica non ha nulla di eroico, di compiutamente romantico, ma è già moderna, e la voce di Lenau - Faust suona acuta e dolente, in un universo in cui tutto ha perso significato, in cui non resta altro che la fragile consolazione di levare alto il lamento per una condizione dolorosa e inconoscibile. La bellezza delle immagini proposte dal poeta, l'energia che si sprigiona dalla figura di Faust, gli efficaci ritratti degli uomini e delle donne che egli incrocia nel suo percorso, restano comunque nella memoria sensibile del lettore, evocando il significato ultimo dell'arte: offrire consolazione, attraverso la gaddiana cognizione del dolore.
Nikolaus Lenau (Csatàd, 1802 – Döbling, 1850), pseudonimo di Nikolaus Franz Niembsch von Strehlenau, studiò a Vienna, passando dalla filosofia al diritto e alla medicina. La sua vita fu breve e burrascosa, costellata da amori infelici e crisi spirituali profonde, che sfociarono nella morte in manicomio avvenuta in giovane età.
La sua opera, di cui ricordiamo le raccolte Gedichte (1831) e Neuere Gedichte (1838), il Savonarola (1837) e Gli Albigesi (1842), fu permeata dal romanticismo tipico dell’epoca, interpretato però in chiave fortemente pessimistica; per questa sua caratteristica viene spesso accostato ad autori quali Lord Byron e Giacomo Leopardi.
Alberto Cattoi (Rovereto, 1944) ha studiato a Ca’ Foscari (Venezia), laureandosi con Ladislao Mittner. Grazie a una borsa di studio della Stiftung Freiherr von Stein, ha svolto nel 1970 presso l’Università di Amburgo una attività di ricerca sul naturalismo e l’opera di Johannes Schlaf. Insegnante di Lingua e Letteratura Tedesca per un trentennio presso il Liceo Scientifico Antonelli di Novara, ha studiato a lungo il romanzo del Novecento, indagando in particolare l’opera di Thomas Mann, Hermann Hesse (di cui ha tradotto Ricordo di Hans per Interlinea) e Joseph Roth.