Miyamoto Teru

Miyamoto Teru Bagliori Fatui


Carbonio Editore, 2017, 160 pagine, 15,50 euro - Letteratura Giapponese Racconti | Letteratura Straniera

23/02/2021 di Arianna Marsico
Miyamoto Teru è nato a Kobe nel 1947. La sua raccolta di otto racconti, Bagliori Fatui, permette di vedere frammenti del Kansai, in una dimensione lontana dalla frenesia di metropoli come Tokyo.

I suoi protagonisti non sono figure eroiche, ma vengono da quell’humus di piccoli, umili ed infaticabili lavoratori, di cui il Giappone è pieno, e che si trovano a dover affrontare la vita, nonostante le morti dei cari e le ristrettezze economiche, nonostante il mestiere di vivere non faccia altro che cercare di logorarli. Sembra di vederli, quei piccoli visi corrucciati che, nonostante lo smarrimento, cercano di andare avanti e in qualche caso di provare anche un pochino di orgoglio per ciò che fanno (guardate Kyoto Story  di Yōji Yamada e Tsutomu Abe per capire meglio).

Esemplare è in tal senso Bagliori Fatui, il racconto che dà il titolo al libro. La protagonista si ritrova giovane, vedova dell’amore di una vita, con un figlio di pochi mesi. Si risposerà con un vedovo con una figlia, trasferendosi lontano da casa. Eppure, in un apparente grigiore di un matrimonio che potremmo definire di comodo (per entrambe le parti), per certi versi, troverà dei bagliori di luce.

È un ritratto di una regione con mille minuscole crepe, quello che Miyamoto Teru ci offre. E lo fa con un una delicata minuzia descrittiva, che non manca però di dare un senso compiuto alle storie esposte. Alla fine di ciascun racconto non si rimane mai con un “e allora?”, ma ci si ritrova con un sorriso accennato o, perché no, anche una lacrima, che zitta zitta è scesa a rigarci il volto.

Bagliori Fatui è per chi ama il Giappone in ogni suo scorcio, e per chi in ogni granello di sabbia riesce a vedere un mondo con una sua dignità, anche se piccolo e umile.