Mauro Corona Luigi Maieron Quasi niente
Saggi | Narrativa Italiana
29/04/2017 di Elena Bertoni
Questo suo ultimo lavoro è stato scritto assieme al grande cantautore friulano Luigi Maieron. Il libro assume l’aspetto di una chiacchierata tra due vecchi amici che davanti al “fogolar furlan”, con un buon bicchiere di vino ad annaffiare i fiori della memoria, raccontano di sconfitte, di persone semplici che hanno però lasciato in eredità consigli e saggezze popolari che sarebbero molto utili anche nel frenetico e spesso crudele mondo in cui viviamo oggi, e che con l’astuzia, l’ingegno, la passione e una logica che non si perdeva in chiacchiere riuscivano a sopravvivere tra le mille difficoltà di una dura vita contadina e montanara, ma che permetteva di dare la giusta importanza alle cose, dove il fare era decisamente più importante dell’apparire.
Corona però si rifà soprattutto a storie già narrate e a personaggi già incontrati nei suoi precedenti libri, come il Santo Corona protagonista del Canto delle Manere, ricorrendo spesso a citazioni di altri scrittori, dispensando consigli sulla sobriètà e sulla necessità di vivere con poco, che suonano un po’ strani detti da un personaggio che è spesso in televisione, tanto da guadagnarsi anche una imitazione da Crozza.
I racconti di Maieron sono invece intensi e belli, sono storie di persone che hanno una grande dignità, come Anna, la cui storia è narrata anche nella bellissima canzone La neve di Anna pubblicata nel disco Une Primavere, sposata a Boschetti Daniele, che da Cercivento il 3 gennaio del 1911 partì a piedi per l’Austria facendo otto ore di cammino in mezzo alla neve, passando il Monte Croce Carnico, per andare a riprendersi il marito che lavorava come stagionale in Austria e che non era tornato a casa per Natale. Trovatolo con un’altra donna, Anna ebbe solo la forza di togliersi la fede nuziale, gettarla sul letto e riprendere il viaggio verso casa. Ormai era buio e Anna era tanto stanca, si sdraiò sotto un abete e pianse E “le sue lacrime raccontavano alla neve il suo dolore e la neve cadendo le accarezzava le spalle quasi a consolarla” Poi ci sono Tituta, cieco perché gli era esplosa in viso una pallottola, ma che era un ottimo musicista e fisarmonicista, il falegname Donada che aveva perso una falange ma per poter continuare a suonare si era costruito un dito di legno vuoto che infilava come un ditale, e il trio Pakai, i Led Zeppelin della Carnia che attiravano folle da tutto il Friuli. E ancora il filosofo Valentino detto Tin che aveva decisa di non lavorare più e di vivere con il pochissimo che aveva la cui massima era “ Al è dut nue fantasts, al è dut nue” E’ tutto niente ragazzi è tutto niente.
Particolarmente toccanti sono le pagine dedicate alla madre Cecilia, scomparsa solo pochi giorni dopo l’uscita del libro, descritta qui con racconti da cui traspare tutto l’amore che Luigi prova per questa madre un po’ ribelle e indipendente, che aveva avuto il coraggio di sfidare convenzioni e bigottismi e che aveva due grandi passioni:la fisarmonica e la motocicletta, su cui caricava il piccolo Luigi e se lo portava alle serate in cui suonava.
Quasi niente è in sostanza un libro che si legge in fretta, ma che porta a riflettere e ricordare. Le parti di Luigi Maieron sono una ventata di aria fresca e pura mentre gli interventi di Corona sanno di qualcosa già visto e sentito, anche se rispetto ai suoi ultimi scritti appare un po’ più lieve e forse meno pessimista.
Speriamo che Luigi Maieron riesca a elaborare in qualche modo i recentissimi terribili lutti che lo hanno colpito e che ci regali altre gemme musicali e letterarie e che Mauro Corona torni ad essere il narratore di storie che tanto hanno colpito la fantasia dei lettori.
Quasi niente
Mauro Corona – Luigi Maieron
Ed. Chiare lettere
Pagg 173 – Euro 14,00