Matteo Ceschi G. Storia ed estetica Grunge
Vololibero, 2024, 184 pagine, 19 euro Musica | Saggi | Storia
16/09/2024 di Edoardo Mazzilli
Quando si parla di Grunge, ai più verranno in mente i Nirvana, i Soundgarden, i Pearl Jam e gli Alice in Chains. Forse anche i Mudhoney. Giusto. Se si chiedesse di pensare a un anno che la parola “Grunge” fa venire in mente, molti probabilmente direbbero 1991. Giusto anche questo: quell’anno uscirono Nevermind, Ten e BadmotorfingerI. Ma se invece si parlasse del 1983 e degli inizi dei Bam Bam di Tina Bell, Tommy Martin, Scott Ledgerwood e Matt Cameron, quanti sarebbero sul pezzo? Beh, sicuramente lo storico, giornalista, saggista e fotografo milanese Matteo Ceschi, che è in libreria con G. Storia ed estetica Grunge, edito da VoloLibero Edizioni, un appassionante volume che ripercorre la nascita del fenomeno Grunge – “non chiamiamolo movimento, mi raccomando” – regalando una più generale panoramica sulla scena musicale di Seattle e del Northwest partendo dagli anni Cinquanta.
Nelle oltre 180 pagine tutto viene narrato con dovizia di particolari e arricchito da aneddoti curiosi, spesso inediti. Questo anche grazie al fatto che due degli otto capitoli che compongono il volume sono stati scritti personalmente da Scott Ledgerwood, bassista dei Bam Bam, che ha condiviso interessanti testimonianze e personalissimi ricordi. “Allora, cos’è il grunge? – scrive nelle prime righe. – Immagino che si potrebbe dire chitarre con accordature di qualche tono più basso, un po’ di feedback, un po’ di fuzz, voci lamentose e un suono complessivamente fangoso, pesante e grintoso. Oh, sì! E argomenti deprimenti”.
Questa definizione “di servizio” non è però quella che offre Ceschi al termine della lettura, poiché nel suo libro ha scavato molto più a fondo riuscendo a raccontare e ad analizzare molto bene il contesto in cui sono cresciuti quelli che sarebbero diventati i protagonisti del fenomeno Grunge. Al di là delle influenze musicali e il quadro politico dell’epoca, l’autore ha rievocato figure magari secondarie dal punto di vista musicale, come fotografi, registi, fumettisti, editori e giornalisti del tempo, che però hanno giocato un ruolo fondamentale per rendere popolare un qualcosa che proprio, di principio, non voleva esserlo, e anche per contribuire dargli vita.
Il libro è un fil rouge tra questi elementi, senza dimenticare anche quello umano, considerato la base del Grunge ed elemento di unione per tutti quei giovani “emarginati” nel più remoto angolo degli Stati Uniti, là dove, fino a certi anni, i tour musicali neanche passavano. “È su questo – scrive Ceschi – che la scena culturale della Seattle dei primi anni Ottanta ha costruito le sue fondamenta”.
A questa narrazione si aggiunge poi l’esplorazione del ruolo giocato da due donne senza le quali, probabilmente, il Grunge non sarebbe mai diventato ciò che è stato (e continua a essere): la cantante dei Bam Bam, Tina Bell, considerata madrina del fenomeno, e Susan Silver, manager dei Soundgarden e degli Alice In Chains, oltre che ex moglie del compianto Chris Cornell. Di loro Ceschi ha approfondito la fondamentale influenza, stendendo un libro che non solo rievoca le origini di un fenomeno/genere con un fascino eterno, ma anche la storia di due donne che hanno saputo imporsi in un panorama musicale di prevalenza maschile.
MATTEO CESCHI Storico, giornalista, saggista e fotografo milanese, collabora da anni con diverse riviste musicali ed è autore di numerosi saggi dedicati alla controcultura statunitense. Membro di “f/50 The International Photography Collective”, unisce la passione per la storia con quella per un’esplicita fotografia documentaristica in rigoroso bianco e nero. Nel 2012 ha pubblicato Tutti i colori di Obama. L’altra storia delle elezioni americane (Franco Angeli), nel 2018 Un’altra musica. L’America nelle canzoni di protesta (Mimesis) e nel 2020 Note per salvare il pianeta (Vololibero).