Martina Esposito

Martina Esposito Rock poster 1940-2010. Il manifesto diventa arte


Volo libero Edizioni, 2021, 100 pp., euro 19,50 Saggi | Musica

21/06/2021 di Franco Bergoglio
Il saggio Rock poster 1940-2010. Il manifesto diventa arte parla dell’arte del manifesto applicata alla musica: il rock poster. Realizzato dalla grafica, illustratrice e docente Martina Esposito, questo volume si presenta in tutta la sua originalità fin dalla coloratissimacopertina. cover facciamo subito un salto alla fine. In appendice al libro troviamo infatti un breve saggio di Matteo Guarnaccia che traccia un quadro storico e tecnico dell’abbinamento tra la musica e le arti visive, introducendo un concetto fondamentale per la cultura giovanile degli Anni Sessanta o per gli sviluppi successivi: la sinestesia.

«La sinestesia, il connubio tra diverse forme d’arte, con la musica come centro propulsore, è stata preconizzata sin dai tempi del romanticismo. I maudits parigini, Arthur Rimbaud e Charles Baudelaire, l’hanno sperimentata nelle loro poesie, giocherellando coi suoni e la parola scritta, ma è Richard Wagner a farla debuttare in società, in maniera elitaria e pesantemente ideologica, coniando il concetto di Gesamtkunstwerk , “opera d’arte totale”». “Quando la musica rimbalza sul muro” è il titol dato da Guarnaccia al suo intervento, capace di evocare con precisione quello che il poster fa da un muro, magari anonimo, annunciando un concerto: creare una sinestesia così forte da non lasciarsi “mettere al muro”; in grado, come la musica, di muoversi nello spazio-tempo.

Trattando di musica rock, il libro muove ovviamente dall’America degli anni Quaranta e Cinquanta. I primi
poster analizzati sono del cantante country Hank Williams e di Elvis Presley, il cui manifesto per la prima
volta mostra a figura intera il rocker in tutta la sua dinamicità. Questi primi poster secondo l’autrice pagano
pegno alla grafica pubblicitaria che promuove gli incontri di pugilato, oppure –come nel caso del poster di
Elvis- hanno un qualcosa di circense, e poi si scopre, leggendo il testo, che il suo manager, il terribile
colonnello Parker, amministrava il Great Parker Pony Circus dello zio.

Non sveliamo troppo del libro, per non togliere alcun piacere ai lettori: le pagine che seguono i primi poster di rock’n’roll vedono fare la loro comparsa i Beatles e poi con un manifesto dei The Who del 1965 troviamo lo spartiacque. Scrive l’autrice: «Se fino a quel momento la grafica musicale ha essenzialmente pubblicizzato gli eventi, ora sceglie di documentarne le sensazioni».

Da lì in avanti avremo una vera arte legata ai poster con la psichedelia californiana e la sua rivoluzionaria arte allucinogena, i grandi solisti e gruppi degli anni Settanta, la reazione punk nichilista anche nell’arte, il professionismo del rock adulto dove i poster si devono confrontare anche con la video arte di MTV, e per finire l’hip hop. Ovviamente la lettura di questa originale forma di storia della musica è ritmata dalle riproduzioni dei migliori poster citati.


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