Marco Fazzini e Roberto Jacksie Saetti

Marco Fazzini e Roberto Jacksie Saetti Mingle with the universe. A sixty-year career celebration of Eric Andersen


Agenzia X, 2023, Ediz. italiana e inglese, traduzioni degli autori, 312 pagine, 16 euro Musica | Biografie

13/10/2024 di Laura Bianchi

È sempre difficile definire un artista dal percorso lungo sessant'anni; ancora più arduo è sintetizzare questo percorso in un volume, e quasi impossibile farlo, se un artista ha incrociato, lungo la strada, tutti i nomi più importanti, influenti e celebri del Novecento e di questo scorcio di Duemila, sempre mantenendo una cifra personale e unica. L'artista in questione è Eric Andersen, uno dei protagonisti dii quella New York gravida di promesse, di fermenti e di incontri, tra personaggi che hanno contribuito a definirne la fisionomia di città poliedrica, in continua evoluzione, capace di slanci inclusivi e di emarginazione, in cui glitter and doom convivono con una naturalezza che non ha eguali nel mondo. Andersen ha attraversato la Beat Generation, è stato una delle voci più intense e poetiche della Me Generation, e anche oggi gira il globo, portando le sue storie intime e impegnate, minimali e complesse, come il suo amico Dylan, che interpretò la sua Thirsty Boots e con cui tenne un memorabile concerto nel Greenwich Village, nel lontano 1975, prodromo dell'iconico tour Rolling Thunder Revue, oppure la musa di tanti artisti, Joni Mitchell.

Per qualche ragione inspiegabile, però, il cantautore di Pittsburgh è molto meno famoso dei musicisti che gli furono vicini in quel periodo tanto intenso e creativo, e la sua storia, la sua opera, rischiano di non essere altrettanto valorizzate. Ecco quindi che il bel libro Mingle with the universe. A sixty-year career celebration of Eric Andersen, curato da Marco Fazzini e Roberto Jacksie Saetti per agenziax, colma una profonda lacuna e costituisce un tassello fondamentale per la conoscenza di Andersen.

Il volume ha molti pregi, primo tra tutti essere totalmente bilingue, e presentare non solo la traduzione dei testi di sedici tra le sue canzoni più belle (e c'è davvero l'imbarazzo della scelta), ma anche la lunga intervista dei curatori con l'artista, ricchissima di episodi, aneddoti, e perfino di una lista dei suoi libri, film e dischi preferiti, oltre a un elenco impressionante di personaggi con cui ha avuto rapporti di amicizia e collaborazione: oltre ai già citati Dylan e Mitchell, troviamo Phil Ochs, Patti Smith, Janis Joplin e molti altri, puntualmente documentati attraverso splendide foto. A completare il ritratto, si aggiungono alcuni scritti che da soli meriterebbero la pubblicazione sotto forma di saggi, ognuno dei quali tratta un particolare aspetto della visione del mondo di Andersen; degni di nota sono, ad esempio, il contributo del critico musicale Paolo Vites, che ha stretto con lui un'amicizia pluridecennale, e che focalizza la propria attenzione sul rapporto tra il cantautore e la figura femminile, con una particolare ricchezza di esempi tratti dai suoi testi, del violinista Michele Gazich, che tratteggia un ritratto on the road, e di Gregory Dowling, che affronta la presenza di Lord Byron nella sua opera, da cui il titolo dell'intero libro, tratto dal lungo poema narrativo Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, in cui si trova il brano There is a pleasure in the pathless woods.

Ma scopriamo molto anche dalla viva voce di Andersen, come quando afferma che l'obiettivo di ogni vero artista è "raggiungere uno stato del continuo divenire, e far sì che l'invisibile sia visibile".

E noi, che abbiamo avuto il piacere di seguire un suo recente live act a Torino (qui il live report), non possiamo che essere d'accordo con lui, e sull'intera operazione; per condividere il più possibile la musica e la poetica di un artista coerente, sensibile e autentico.



Marco Fazzini è docente all'Università di Ca' Foscari, Venezia, critico, traduttore ed editore di una collana per la casa editrice Edizioni del Bradipo. Ha pubblicato articoli e diversi libri sulle letterature postcoloniali e ha tradotto alcuni dei principali poeti contemporanei di lingua inglese. È direttore artistico del festival di poesia e musica “Poetry Vicenza”.


Roberto Jacksie Saetti è nato a Carpi (MO) nel 1956; la sua passione per la musica lo ha condotto a incrociare il percorso artistico e umano di Eric Andersen e ha organizzato il primo tour italiano di Eric Andersen nel 1980. Nel 2018, assieme al noto giornalista e scrittore Paolo Vites, ha scritto la prima biografia di Eric Andersen Ghosts upon the road, oggi praticamente introvabile.