James Hawes Una mercedes bianca con le pinne
Bompiani, 1998, € 6,71
di Andrea Balestri
Per la perfetta riuscita del sopraccitato piano occorre anche l’aiuto di altre persone: un venditore di auto rubate (la Mercedes che da il titolo al romanzo), l’amico di un pappone gay riciclatore di denaro e dell’ associazione sovversiva dell’IRA. Ad un certo punto tutto è pronto, e così si parte e fila tutto liscio fino a quando l’immancabile contrattempo giunge a mescolare le carte in tavola.
Più che il momento della rapina, però, è la sua preparazione il tema dominante, che porterà gli eroi di una normale e frustrata esistenza a confrontarsi con situazione bizzarre e ironiche rese tali dalla brillante inventiva di Hawes. Hawes, inoltre, è notevole anche nel tratteggio dei tanti personaggi fuori di testa che popolano il romanzo, e nel descrivere in modo così puntuale una generazione senza identità, incerta se accettare o meno il Paradiso Borghese in cui si trovano.
Questo satirico-noir, consigliato anche da altri autori (per esempio il giallista Luccarelli) si contraddistingue per l’intelligente ironia che lo percorre incessantemente, nonostante ciò mi lascia interdetto per la semplicità con cui tratta argomenti come l’uso dell’eroina e l’Aids. Infatti essi sono trattati con una sufficienza la quale certamente servirà ad esorcizzarli, ma che lascia perplessi, perché l’eccessiva banalizzazione di questi temi causa una sorta di frustrante ansietà, limitando il divertimento della lettura. Per questo motivo “Una Mercedes bianca con le pinne” non viene promosso a pieni voti, ma non gli mancano i meriti e sicuramente troverà lettori entusiasti.