James Crumley

James Crumley La terra della menzogna


EINAUDI - Stile Libero

di Francesco Ongaro
Nel risvolto della prima di copertina c’è una frase dell’autore: “Saccheggio Chandler a piene mani. Lo diceva anche Eliot: i cattivi scrittori copiano, i buoni rubano. Questa, lui l’aveva rubata ad un poeta francese”. E a volte si acquistano e si leggono libri anche per particolari così marginali.
La terra della menzogna non è un brutto libro, è scritto bene, con cura, e si legge senza fatica, però è un libro di genere - un noir -. E come tutti i libri di genere, lo si trova interessante se si è estimatori del genere. Non che sia letteratura di serie B, però presenta una ripetitiva di contesti che alla lunga può annoiare, far perdere alla storia il fascino dell’atmosfera. Il fatto che lo stesso Crumley citi fin dall’inizio Raymond Chandler è un modo per dichiarare i propri “riferimenti”, ma allo stesso tempo una maniera furba per giustificare alcune scelte narrative. Il detective Milo Milodragovitch è il clone perfetto dell’investigatore Philip Marlowe - Humphrey Bogart per il cinema - con le sole differenze che le sue storie sono ambientate ai giorni nostri e dalla California si trasferiscono nel Texas. Si comporta da duro, ma sotto la corazza è un uomo sensibile, che si muove, elargendo filosofismi esistenzialisti, tra donne fatali, alla Lauren Bacall, e bottiglie di whisky - il nostro è addirittura proprietario di un bar - senza disdegnare un buon tiro di coca. Ha un suo codice d’onore, non fa mai la spia, le prende e le dà senza lamentarsi, guadagnandosi la stima e il rispetto di poliziotti e criminali. Sembra un cinico, invece è un generoso; non disdegna il denaro, ma fondamentalmente agisce per un senso di giustizia innato.
Può piacere o non piacere, mi ripeto, però io personalmente alcune situazioni le trovo trite e ritrite. E un po’ sono stanco di stereotipi del genere: nel Texas tutti girano con le pistole e si sparano alla prima occasione, la maggior parte dei poliziotti è corrotta, tutti hanno qualche scheletro nell’armadio da nascondere, nessuno è ciò che appare - al punto che nemmeno più stupisce quando un personaggio si rivela l’opposto di ciò che si pensava - la sola donna incapace di tradire in tutta la storia è una prostituta, della quale il nostro eroe si innamora, mettendo a rischio la propria vita.
Detto questo, non voglio sconsigliare di leggere il libro. Il romanzo è scorrevole e, se non disturbano le cose che ho elencato, anche avvincente. Senz’altro può piacere a chi conosce poco Raymond Chandler e, nell’eventualità, ne consiglio la lettura come introduzione alle avventure del detective Philip Marlowe. Di sicuro mi pare esagerato, come riferisce il risvolto della quarta di copertina, giudicare Crumley “un ponte ideale gettato tra Hemingway e Chandler”.